Consumi degli italiani: meno spesa per il cibo, boom per tecnologia e tempo libero dagli anni ’90

Consumi degli italiani
19-09-2024

Negli ultimi trent’anni i consumi degli italiani hanno attraversato una rivoluzione silenziosa. Sono rimasti fermi, eppure sono cambiati: fermi a livello monetario, perché se confrontiamo quanto viene speso pro capite oggi, 21.778 euro, e il dato del 2007, 21.916 euro (a prezzi del 2024), la differenza è pochissima, e, anzi, si nota persino un leggero calo, dello 0,6%. Sono dati di Confcommercio, che rileva anche come per osservare un aumento sostenuto dei consumi il paragone dovrebbe essere, piuttosto, con i lontani anni ’90; nel 1995, infatti, ammontavano a 19.031 euro a testa, cioè il 12,6% in meno di oggi.
 
Sono cambiati, perché i prodotti e i servizi consumati hanno subìto nei decenni un profondo mutamento, che rispecchia le trasformazioni della società, oltre che le innovazioni tecnologiche e il diverso andamento dei prezzi. Il dato più sorprendente? Quello della voce “tempo libero”, che include la spesa per tutti i servizi ricreativi e culturali, quella per tutti i prodotti multimediali e audiovisivi, per beni come fiori, piante, libri, giornali, ma anche per gli animali domestici e persino per l’istruzione privata. Dal 1995 al 2024, gli italiani hanno aumentato del 62% la spesa per queste attività, con i servizi ricreativi e culturali in crescita del 93,2%   e addirittura del 962,5% per i prodotti tecnologici.

Come è facile immaginare, questi ultimi numeri dipendono molto dalla disponibilità di beni che decenni fa neanche esistevano, così come dal crollo dei prezzi di prodotti che una volta erano riservati a pochi. Se l’incremento maggiore dei consumi è avvenuto soprattutto negli anni ’90 e 2000, in realtà anche nel 2023 e nel 2024 l’aumento annuo della spesa è stato sostenuto, del 3,9% e del 4,5%.

Giù del 10,6% in 29 anni la spesa per cibo e bevande 
Allo stesso tempo, si spende sempre meno per il cibo e le bevande: gli esborsi per alimentari e bevande sono scesi del 3,8% in 5 anni e di ben il 10,6% rispetto al 1995. 
Andamento simile è quello degli acquisti di abbigliamento e calzature, che nel 2024 risultano essere del 3,9% inferiori a quella di 29 anni fa, con un’accelerazione proprio negli ultimi cinque, in cui il calo è stato del 7,3%. Le risorse non spese per cappotti, pantaloni, scarpe, sono stati evidentemente trasferiti a beni e servizi per la cura della persona e soprattutto alla sanità, considerando che la voce “Cura del sé”, che comprende questi elementi, oltre all’abbigliamento, ha visto un incremento del 13,2% dal 1995. 
In quasi trent’anni, insomma, è scesa la spesa per prodotti fisici, sia per la casa che per la persona, fatta eccezione, però, per quelli tecnologici, mentre è salita quella per i servizi, sia che siano necessari, come la sanità, sia che siano voluttuari, per il tempo libero.