In Europa il consumo di libri e giornali è calato del 24% in 11 anni, tra il 2010 e il 2021. Se prendiamo come riferimento il 2000 il calo è drammatico: meno 31,3% e in Italia la riduzione è stata ancora maggiore: rispettivamente del 26% e del 41,5%.
La spesa che “una volta” andava in libri e giornali si è trasferita soprattutto in “attrezzature audiovisive” (macchine fotografiche tablet, computer e altri dispositivi elettronici) per le quali abbiamo speso, nel 2021, il doppio rispetto al 2010. Se il confronto è invece con l’inizio del secolo la spesa si è moltiplicata di 3,6 volte. Sono alcuni dei numeri ufficiali di Eurostat e Istat sui consumi degli europei in beni culturali e ricreativi.
Nella Ue la spesa per questi ultimi è cresciuta più della media l’ultimo decennio: nel 2019 è stata del 17,8% superiore a quella del 2010, a fronte di un incremento totale dei consumi del 10,9%. Quella per il cibo, per esempio, è salita molto meno, del 4,9%. La pandemia e le restrizioni naturalmente hanno avuto un impatto importante al punto che nel 2021 una parte degli aumenti di 11 anni prima risultavano essere stati persi. Il dato più importante, però, è appunto quello relativo all’andamento differenziato dei molti segmenti che fanno parte del settore cultura e ricreazione.
I suoi 554 miliardi e 547 milioni di euro di ricavi, che rappresentano il 4% del Pil europeo, si possono infatti dividere in varie voci. Oltre alle attrezzature audiovisive, fotografiche e di elaborazione delle informazioni (151 miliardi nella Ue e 17,7 in Italia) e a libri e giornali (rispettivamente 61,7 e 8,4 miliardi) vi sono anche i servizi culturali e ricreativi, come le visite ai musei per le quali gli europei nel 2021 hanno speso 164 miliardi, gli italiani 20,6, ma prima del Covid eravamo a 28,9 miliardi.
Su del 5% i consumi di libri e giornali in Italia tra 2019 e 2021
Vi sono poi anche i consumi per pacchetti vacanze (34,3 miliardi nella Ue, 2,2 in Italia) e altri prodotti come le attrezzature sportive o i giocattoli (141,8 e 15,5miliardi) che hanno visto un incremento importante negli ultimi anni e, anzi, a differenza di ciò che è accaduto per i servizi culturali e ricreativi, in questo caso la pandemia non ha frenato ma ha accelerato tale aumento. Se consideriamo solo il dato italiano si può osservare una crescita del 10,3% rispetto al 2010, che però si è verificato tutto dopo il 2019.
Ha certamente contato il maggior interesse per l’aria aperta e ha avuto probabilmente rilevanza il boom delle biciclette. La pandemia ha tuttavia avuto anche un altro effetto, forse più sorprendente: dopo anni di declino tra 2019 e 2021 in Italia si è registrato un rimbalzo della spesa per la voce libri e giornali. È cresciuta del 5% in due anni e, se è vero che i livelli dell’inizio dello scorso decennio sono ancora lontani, vi è stato però un ritorno ai consumi del 2013.
Si tratta per ora di un fenomeno prettamente italiano. Se, infatti, in Germania e nei Paesi Bassi si è visto un piccolo recupero, ma inferiore a quello cui si è assistito nel nostro Paese, in Francia e Spagna la spesa per libri e giornali ha proseguito a scendere, surclassata da quella per dispositivi elettronici.