EXPORT ITALIANO IN CALO A LUGLIO

Produzione di metallo
06-10-2023

I dati più recenti sul commercio estero italiano evidenziano un andamento negativo complessivamente coerente con quello dell’economia nella sua interezza. A luglio, infatti, le esportazioni sono diminuite del 7,7% rispetto a luglio 2022, mentre se si considerano i primi sette mesi dell’anno prevale ancora il segno positivo, con un aumento su base tendenziale nel periodo gennaio-luglio del 2,3%. Si tratta di dati in peggioramento rispetto a quelli del solo primo semestre, che ha visto una crescita annuale del 4,3%. La svolta è avvenuta tra il primo trimestre e il secondo: tra aprile e giugno le vendite all’estero sono scese del 3,2% rispetto al livello raggiunto tra gennaio e marzo.

Districarsi tra le determinanti specifiche di  questi risultati non è facile, essendovi in gioco anche incrementi e cali straordinari, come quelli relativi alla vendita del farmaco anti-Covid Paxlovid, prodotto nel nuovo stabilimento Pfizer di Ascoli : la vendita di questo farmaco verso la Cina ha costituito nel primo semestre il singolo maggiore contributo all’aumento dell’export italiano nel mondo, mentre, viceversa, la riduzione delle vendite di articoli farmaceutici verso il Belgio, hub internazionale in questo ambito, è stata il singolo maggiore contributo negativo per il mese di luglio. È per questo che il più significativo calo delle esportazioni tra gennaio e luglio, -19,9%, è stato quello verso il Belgio, maggiore anche di quello del 18% verso la Russia, dovuto ai ben noti motivi geopolitici.

Tuttavia, nel medio periodo, ad avere più peso sarà probabilmente la riduzione degli scambi con il nostro maggiore partner commerciale, la Germania. Le esportazioni verso Berlino nei primi sette mesi dell’anno sono infatti scese dell’1,6%, in contrasto con un aumento dello 0,1% di quelle verso tutti i Paesi Ue nel loro complesso e a un incremento del 4,5% di quelle verso la Francia e del 5,2% verso la Spagna.

Le vendite di prodotti in metallo verso la Germania sono scese del 19,2%

All’origine di questi numeri c’è la crisi che sta attraversando l’economia tedesca, di primaria importanza per l’andamento dell’economia europea e di quella italiana in particolare: nel primo trimestre di quest’anno il Pil della Germania è sceso dello 0,3%  su base congiunturale e dello 0,5%  su base tendenziale ; nel secondo è rimasto fermo  rispetto al trimestre precedente,  risultando però in calo dello 0,1% su base annua.

Si è trattato della peggiore performance a livello europeo, visto che in Italia tra aprile e giugno la crescita è stata invece dello 0,6% su aprile-giugno 2022, in Francia dello 0,9%, in Spagna dell’1,8% e in tutta la Ue dello 0,5%.

Le conseguenze di questa congiuntura negativa si stanno facendo sentire sul settore manifatturiero, da sempre fiore all’occhiello dell’economia tedesca e motivo di profondi legami commerciali con l’Italia. Il singolo segmento più importante nell’export del nostro Paese verso Berlino, con il 17,2% di tutte le vendite, è quello dei metalli di base e dei prodotti in metallo: non è dunque un caso che tra gennaio e luglio si sia registrata una riduzione delle esportazioni in questo settore di ben il 19,2%.  In concreto, i prodotti in questione sono per esempio strutture metalliche per l’edilizia ,  profilati di metallo,  utensileria e bulloneria, ovvero prodotti di base indispensabili all’industria e alle costruzioni. Sono proprio questi gli ambiti che per ora la brusca frenata tedesca sta colpendo, assieme al settore farmaceutico, che pure vede un calo dell’export verso la Germania. Per ora rimangono invece in crescita le vendite di macchinari e apparecchi e di mezzi di trasporto, +10,2% e +26,4% nei primi sette mesi dell’anno.