Fatturati delle aziende italiane: nel 2025 la discesa dovrebbe fermarsi

La riduzione dei ricavi delle aziende italiane, che ha caratterizzato sia il 2023 che il 2024, dovrebbe essere finita.
04-08-2025

Fatturati delle aziende italiane: nel 2025 la discesa dovrebbe fermarsi 

La riduzione dei ricavi delle aziende italiane, che ha caratterizzato sia il 2023 che il 2024, dovrebbe essere finita. Questo dicono i dati e le stime di Banca d’Italia, che prevedono, per il 2025, un incremento dei fatturati dello 0,4%, dopo il calo dell’1,4% dell’anno scorso.

A fare la differenza è, in particolare, l’andamento dell’industria. In questo caso i ricavi dovrebbero rimanere fermi: un dato che può apparire deludente, ma che rappresenta in realtà un sospiro di sollievo dopo il forte arretramento – pari al 2,8% – del 2024 e quelli degli anni precedenti. Dal 2018 in poi, infatti, solo in due occasioni, 2018 e 2021, il fatturato dell’industria ha visto il segno più. 

Alla base di queste difficoltà ci sono l’incremento dei prezzi dell’energia, la stagnazione dei consumi interni (che in volume sono addirittura scesi negli ultimi anni) e la debolezza della domanda internazionale, in particolare quella della Germania, il nostro maggiore partner commerciale. 

Nonostante queste problematiche, e nonostante i dazi americani, per gran parte dei comparti quest’anno dovrebbe esserci un miglioramento: nella metalmeccanica si dovrebbe passare da un calo del fatturato del 6,2% nel 2024 a un aumento dello 0,6% nel 2025; nella chimica, gomma e plastica da una riduzione dello 0,9% a un equivalente aumento dello 0,9%, mentre continuerebbe a esserci il segno meno, -0,2%, per il comparto tessile, abbigliamento, calzature, che però nel 2024 ha sofferto un calo di fatturato molto maggiore, del 7,6%.

I dati migliori saranno, secondo queste stime, quelli del Mezzogiorno, dove i ricavi dell’industria cresceranno dell’1,3%, mentre scenderanno dell’1,8% al Centro.

L’occupazione sale più dei ricavi

Andrà meglio per le aziende industriali grandi (quelle con più di 200 addetti ma meno di 500), per le quali il fatturato salirà dell’1,2%, mentre scenderà, dell’1,2%, in quelle con più di 500. Elemento degno di nota: i dati saranno migliori della media nelle piccole imprese, quelle che hanno tra i 20 e i 50 dipendenti, le quali vedranno un incremento dello 0,8% nel 2025. Ed è positivo anche il fatto che tutte, a prescindere dalle dimensioni, aumenteranno gli investimenti, che saliranno del 5,5%, dopo un calo del 3,6% nel 2024 e crescite più ridotte nel 2022 e 2023. 

Le imprese attive nei servizi vedranno aumentare i propri fatturati dello 0,8%, dopo la stagnazione del 2024: si tratta di un ritorno a quella crescita che, del resto, ha caratterizzato gli anni precedenti il 2024, fatto salvo per il 2020. Anche in questo caso i numeri saranno migliori nel Sud e nelle Isole, con un aumento dell’1,5% dei ricavi. 

A livello occupazionale continuerà l’incremento del numero di lavoratori impiegati, con un’accelerazione nell’industria: in questo settore gli addetti saliranno dell’1%, più che nel 2024 (+0,7%), e sarà più evidente nel Mezzogiorno (+1,4%) e nelle aziende piccole, quelle che hanno tra i 20 e i 49 dipendenti, nelle quali l’occupazione salirà dell’1,9%, dopo essere stata ferma lo scorso anno. Non sarà però tanto l’effetto di nuove assunzioni, bensì, presumibilmente, della permanenza al lavoro di persone vicine all’età della pensione, visto che sono previste in calo sia la quota di assunzioni che di cessazioni in proporzione al numero dei lavoratori esistenti. 

Continuerà inoltre, soprattutto nell’industria, il calo del fatturato per addetto, in atto ormai da anni: sarà di 428 euro contro i 431,9 del 2024 e i 589 del 2019, a causa di un aumento dell’occupazione che supera costantemente quello dei ricavi. È il segno di una possibile riduzione della produttività, ma anche della concentrazione delle attività in segmenti della produzione a maggiore intensità di lavoro.