Fintech, Bankitalia: in aumento gli investimenti nell’industria finanziaria italiana

Fintech, Bankitalia: in aumento gli investimenti nell’industria finanziaria italiana
23-12-2021

Secondo la terza indagine sul FinTech (Financial Technology) condotta dalla Banca d’Italia nel primo semestre 2021 coinvolgendo l’intero sistema bancario, la spesa per le iniziative di investimento incentrate sull’innovazione tecnologico- finanziaria è stimata, per il biennio 2021-2022, a 530 milioni di euro ed è in crescita rispetto al biennio precedente (456 milioni di euro). 
Aumenta anche il numero degli intermediari investitori (da 77 a 96 unità) e dei progetti (da 267 a 329), suggerendo un maggior tasso di adozione di innovative tecnologie fintech all’interno del sistema finanziario. Banca d’Italia stima che, a partire dal 2023 e fino alla messa in produzione, i progetti censiti daranno luogo ad ulteriori spese per 281 milioni di euro.
"A rallentare o impedire gli investimenti hanno pesato sia fattori di ordine economico quali l'insufficiente domanda attesa per i prodotti e i servizi generati dagli investimenti (16%), il costo finanziario dell'investimento (12%), il reperimento del personale (11%), sia fattori di ordine tecnologico, come la scarsa interoperabilità tra vecchi e nuovi sistemi (legacy), la complessità nel controllo dei rischi per la sicurezza informatica, che costituiscono un impedimento per circa il 30% degli intermediari", si legge nella ricerca.
Le banche rappresentano ancora i principali soggetti investitori, sostenendo il 76,5% della spesa complessiva (era l'80,5 nella precedente indagine); seguono gli IP e gli IMEL con una quota stabile pari al 14,7%, le società finanziarie (5,4%), le SGR (3,2%) e le SIM con una quota marginale (0,2%).
Inoltre, “I progetti per innovare l’erogazione del credito e i pagamenti digitali (in particolare, quelli per il mobile banking, il digital lending e i servizi connessi con l’open banking) si distinguono per numerosità dei progetti e risorse assorbite. Sono numerosi anche i progetti per l’innovazione dei processi delle business operations e della governance”. 
In merito allo sviluppo di attività che ricadono nel settore dell’open banking, i progetti, nel biennio 2019-2020 hanno registrato flussi di cassa in uscita e in entrata rispettivamente pari a 202 e 97 milioni; dal 2021, a fronte di un profilo degli investimenti relativamente costante, è attesa una sensibile accelerazione dei flussi in entrata.
Bankitalia classifica i progetti in base alle seguenti aree di business: crediti, depositi e raccolta di capitale, pagamenti, servizi di investimento e servizi assicurativi.
I progetti per il mobile banking rappresentano il 45%, mentre il Digital Lending pesa per il 28%. All'interno di quest'ultima sottocategoria rientrano la digitalizzazione della filiera del credito, la supply chain finance, ossia una forma di transazione finanziaria in cui una terza parte facilita uno scambio finanziando il fornitore per conto del cliente e le nuove soluzioni per le garanzie.
I progetti di investimento segnalati sono 329, per un importo medio di 4,4 milioni di euro. 
Il 28,9% dei progetti è incentrato sulle API (acronimo di Application Programming Interface), ovvero, un insieme di procedure, in genere raggruppate per strumenti specifici, con le quali vengono realizzati e integrati software applicativi. 
I restanti progetti sono distribuiti, con quote decrescenti tra il 12% e l'8%, sul cloud computing, la RPA (l'automazione di processi lavorativi utilizzando software "intelligenti"), la biometria, i big data, raccolta molto estesa di dati informativi e il ML, linguaggio di programmazione funzionale general purpose sviluppato dall'équipe di Robin Milner presso l'Università di Edimburgo alla fine degli anni 70.
Tutti questi progetti non fanno altro che confermare l’importanza dell’impatto del Fintech nella semplificazione, efficienza e nella trasformazione dell’ecosistema finanziario.
Il Fintech rappresenta il core business della Banca del Fucino e di Igea Digital Bank.
Quest’ultima nasce dalla visione di una piattaforma bancaria multicanale, multi-target e multiprodotto ispirata ai nuovi modelli proposti dalle Fintech e incastonata in un eco sistema normativo gestionale che ha al centro il presidio dei rischi ed il ruolo di supporto alla crescita dell’economia. La copertura capillare di Igea Digital Bank su tutto il territorio nazionale è garantita dallo sviluppo di una Piattaforma Digitale in grado di superare i limiti e le criticità che contraddistinguono la rete fisica tradizionale. 
Nell’ambito di una progressiva e sempre maggiore digitalizzazione, Banca del Fucino, oltre ad avere potenziato i propri servizi on line già esistenti, ne ha introdotti di nuovi, per venire incontro alle esigenze di semplificazione, efficienza e rapidità richiesta dai clienti.
Ad esempio, l’avvio del portale Next Gen, nel marzo 2021, ha impresso un’accelerazione all’evoluzione dell’istituto bancario che ha reso i rapporti con i clienti più veloci e diretti.
Il successo della strategia di multicanalità è ben visibile da alcuni dati, come l’incremento delle operazioni effettuate online (+33,8%), e dei volumi transati (+77,1%) nel corso del 2021.
Ora l’offerta digitale di Banca del Fucino diventa più completa ed evoluta con la partenza del Remote Selling, attraverso il lancio di un portale di vendita a distanza sui canali già esistenti di Home Banking e Mobile Banking. 
Un'altra progettualità che partirà tra pochi mesi è legata all’App Open Banking: si tratta del rilascio a tutta la clientela del servizio PFM (Personal Financial Management), richiamabile direttamente dai servizi on line, e che permette di aggregare più conti correnti, anche di banche diverse, su un unico dispositivo. Questo servizio semplifica molto la gestione delle proprie attività finanziarie, in quanto categorizza automaticamente le spese eseguite e consente di monitorare in tempo reale il budget personale.
Il Responsabile dello Sviluppo dei Canali Digitali, Paolo Marrocco, sintetizza così il significato dell’innovazione digitale per la Banca del Fucino: “Oggi si parla molto di inclusione finanziaria. Per noi questo concetto è molto importante, e significa che la Banca ha il ruolo di risolutore delle esigenze finanziarie quotidiane del cliente, esponendo servizi accessibili e fruibili in qualsiasi momento. La transizione è guidata dall’evoluzione della tecnologia sui nuovi dispositivi, che sta generando nuove modalità di interazione con l’utente/cliente. È un’evoluzione così rapida che il quadro normativo fa fatica a tenere il passo.
Noi abbiamo scelto di fare leva su questi cambiamenti per modificare in profondità il nostro rapporto con la clientela. Abbiamo adottato i nuovi modelli digitali con tempestività, per accompagnare e favorire la trasformazione delle abitudini finanziarie dei nostri clienti. L’innovazione deve essere vista come un’opportunità per soddisfare meglio i bisogni finanziari delle persone.”