Focus: Il PNRR e la Giustizia

Focus: Il PNRR e la Giustizia
16-11-2021

Il nostro sistema ha urgente bisogno di riforme in merito alla Giustizia italiana, condizione indispensabile per lo sviluppo economico e per un corretto funzionamento del mercato.
Addirittura, il rapporto 2020 della Banca Mondiale colloca l’Italia al 122º posto su 190 paesi per la categoria “Tempo e costi delle controversie”.
Il tema della giustizia è da tanti anni un problema da affrontare e da risolvere. Le questioni nodali sono la scarsa chiarezza dei dettati legislativi e la complessità e la lentezza delle procedure di applicazione.
Presso il tribunale civile di Roma i processi hanno una durata media di sette anni e tre mesi per i tre gradi di giudizio.
In Francia e Spagna i processi durano la metà, in Germania circa un terzo.
In Europa siamo all’ultimo posto dopo la Grecia.
Per far fronte a tutto ciò, il PNRR promuove importanti riforme finalizzate alla razionalizzazione e semplificazione della legislazione attraverso l’abrogazione e la modifica di leggi e regolamenti che costituiscono un ostacolo eccessivo alla Pubblica Amministrazione, alle imprese, alla vita quotidiana dei cittadini e agli investimenti nel Paese.
Dunque, la riforma della Giustizia si pone l’obiettivo di affrontare i nodi strutturali del processo civile e penale e rivedere l’organizzazione degli uffici giudiziari. 
Nel campo della giustizia civile si semplifica il rito processuale, in primo grado e in appello e si implementa definitivamente il processo telematico.
Il Sole 24 Ore stima che un dimezzamento della durata dei procedimenti civili possa accrescere la dimensione media delle imprese manufatturiere del 10% e che una riduzione da 9 a 5 anni dei tempi di definizione delle procedure fallimentari potrebbe dar luogo ad un aumento di produttività dell’economia dell’1,6%.
Il Piano predispone importanti interventi volti a ridurre il contenzioso tributario e i tempi della sua definizione.
In materia penale, il Governo intende riformare la fase delle indagini e dell’udienza preliminare, ampliare il ricorso a riti alternativi, rendere più selettivo l’esercizio dell’azione penale, l’accesso al dibattimento e definire termini di durata dei processi. Intende, altresì, snellire le forme e ridurre i tempi di durata del giudizio in appello, la quale costituisce una fase particolarmente critica, soprattutto per la prescrizione del reato: i difensori saranno tenuti ad avere un mandato specifico ad impugnare affinché l’appello sia ammissibile. L’eccessiva durata del processo danneggia le persone coinvolte e la persecuzione dei reati.
La riforma interviene anche sulle leggi in materia di pubbliche amministrazioni e di contratti pubblici, sulle norme che sono di ostacolo alla concorrenza, e sulle regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi.
Un fattore essenziale per la crescita economica e l’equità è costituito soprattutto dalla promozione e dalla tutela della concorrenza. A tal proposito, la Commissione europea e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella loro indipendenza istituzionale, svolgono un ruolo efficace nell’accertare e nel sanzionare cartelli tra imprese, abusi di posizione dominante e fusioni o acquisizioni di controllo.
Nel PNRR particolare attenzione viene rivolta alla riqualificazione, valorizzazione del patrimonio immobiliare in chiave ecologica e digitale: costruzione di edifici, rafforzamento del patrimonio immobiliare e dell’amministrazione della giustizia.
Significativo è l’investimento relativo al tema della digitalizzazione, volto alla trasformazione digitale con il supporto dell’azione degli uffici giudiziari nella digitalizzazione delle procedure e nel change management, alla digitalizzazione degli archivi relativi ai procedimenti civili e della Corte di Cassazione e allo sviluppo del c.d. Data Lake, definito dagli Osservatori Digital Innovation un “ambiente di archiviazione dei dati nel loro formato nativo, fino a quando non è necessario dar loro una struttura”.
L’innovazione fondamentale sul piano organizzativo si incentra nella diffusione dell’Ufficio del processo, introdotto nel sistema con d.l. 24 giugno 2014, n.90, convertito con modificazioni dalla l. 11 agosto 2014, n. 114, ma solo in via sperimentale.
L’obiettivo principale è quello di contribuire ad un rapido miglioramento degli uffici giudiziari, in termini pratici con l’affiancamento al giudice di un gruppo di persone qualificate di supporto per agevolarlo nelle attività preparatorie del giudizio.
Tutti questi interventi hanno l’obiettivo di condurre il processo italiano su standard di migliore efficienza e competitività.