Gli abbandoni scolastici sono sempre meno anche in Italia

Gli abbandoni scolastici sono sempre meno anche in Italia
25-05-2022

Nel 1992 erano il 37,5%; quasi 30 anni dopo, nel 2021, sono scesi al 12,7%. Sono i ragazzi italiani tra i 18 e i 24 anni che non si sono mai diplomati, né hanno intrapreso percorsi di formazione professionale. La buona notizia è doppia, perché non solo questo calo significativo è stato confermato anno dopo anno, ma ha superato anche la prova della pandemia e della didattica a distanza.
 
La percentuale di quanti hanno smesso di andare a scuola ha proseguito a scendere, infatti, di alcuni decimali tra il 2019 e il 2020 e tra il 2020 e il 2021. Certo, il Covid potrebbe avere avuto conseguenze negative sulla qualità dell’istruzione che si vedranno solo più avanti, nel medio-lungo periodo, ma in generale il miglioramento è innegabile

Ad aver influito positivamente è stato il progressivo innalzamento dell’obbligo scolastico, che dal 1993 giunge fino alla terza superiore, quindi all’incirca fino ai 16 anni, ma anche negli anni successivi a quella data il numero di abbandoni ha continuato a declinare in modo continuo. La porzione di giovani che non è mai arrivata al diploma è scesa sotto il 30% nel 1998 e sotto il 20% nel 2007, fino ai numeri attuali, che però, va detto, rimangono tra i peggiori d’Europa. Solo in due Paesi, Romania e Spagna, la percentuale di quanti lasciano la scuola è maggiore, rispettivamente del 15,3% e del 13,3.
 
Sorprende, piuttosto, che il tasso di abbandono scolastico in Germania e in Norvegia sia maggiore della media europea (9,7%) e vicina a livelli italiani: rispettivamente dell'11,8% e del 12%. È probabile che su questi numeri abbia influito l’alta proporzione di giovani immigrati che caratterizza quei Paesi, tra i quali molti preferiscono lavorare che studiare. Potrebbe essere proprio la bassa quota di stranieri a determinare livelli di abbandono molto inferiori in luoghi che normalmente, invece, non brillano nelle classifiche su economia e istruzione. Come Croazia, Slovenia, Grecia, dove sono solo il 2,4%, il 3% e il 3,1% i 18-24enni che hanno lasciato i banchi prima del previsto. 

Le donne abbandonano gli studi meno degli uomini
Vi è un particolare legato all’abbandono scolastico che rende questo fenomeno diverso da altri: il gap di genere qui è capovolto, a disertare le lezioni sono più gli uomini che le donne. Nel 2021 non aveva un diploma né un qualsiasi certificato equivalente il 14,8% dei 18-24enni di genere maschile e solo il 10,8% delle coetanee. Il divario era anche maggiore in passato: aveva superato i sette punti agli inizi del nuovo millennio, ma del resto in quegli anni la percentuale complessiva di abbandoni era molto superiore, attorno al 25%.

In altri Paesi, come la Germania, il gap è inferiore, si limita a pochi punti decimali, e in diversi anni è stato, a differenza dell’Italia, a sfavore delle donne, mentre in quelli mediterranei tende a essere superiore. In Spagna non ha terminato gli studi il 9,7% delle donne e ben il 16,7% degli uomini. Si intravedono in queste statistiche alcune delle ragioni che da qualche anno stanno portando, proprio tra i giovani, a una prevalenza sempre più ampia di laureati di genere femminile.
 
Cosa fanno i ragazzi, maschi e femmine, dopo avere lasciato i banchi precocemente? Solo una minoranza di essi lavora. In Italia solo un terzo, anche se si sale al 41,9% tra gli uomini.
 
Questo accade in generale anche altrove, con un picco nei Balcani: in Romania ben il 78,7% delle ragazze che hanno abbandonato gli studi non ha alcun impiego. All’estremo opposto, in Norvegia i due terzi dei 18-24enni privi di diploma, in realtà hanno un’occupazione. L’Italia è però lontana dal modello norvegese, o da quello tedesco: da noi molti di coloro che non si sono diplomati entrano nel grande bacino dei cosiddetti Neet (Not in education, employment, training), ovvero coloro che non studiano e non lavorano. 

Un grande spreco di capitale umano che danneggia innanzitutto loro stessi, la società e il sistema produttivo. Ma per fortuna, come abbiamo visto, la situazione sta migliorando.