La pandemia ha indotto, e spesso costretto, i più refrattari ad approcciarsi alle nuove tecnologie e a utilizzare di più internet. E questo è noto. Quello che non sappiamo è che il processo è avvenuto secondo modalità diverse nei vari Paesi europei, e non ogni segmento della rete è stato impattato nello stesso modo. Secondo i dati Eurostat aggiornati al 2021, per esempio, gli italiani hanno ulteriormente aumentato l’uso della messaggistica istantanea, ovvero di WhatsApp, Skype, Messenger, ecc. È del 75%, in aumento dell'8% rispetto al 2019, la percentuale di nostri connazionali che invia contenuti (testi, foto, musica, video, ecc..) con queste applicazioni, superiore alla media Ue del 70%. Ancora di più, il 77%, è rappresentato da coloro che, oltre a messaggiare, fanno uso della rete anche per telefonare.
Un altro modo di usare la rete è quello di leggere le ultime notizie, ma sembra che gli italiani siano meno interessati a cercare attivamente news (al di là di quelle che trovano nel flow dei social). Del resto sono sempre stati tra i popoli che acquistano meno giornali. Quanti si connettono per rimanere aggiornati sull’attualità sono il 52%, decisamente meno del 64% medio europeo. Certo, vi è stato un progresso rispetto al 44% del 2019, ma solo in Romania leggono i giornali online o navigano su altre fonti di informazioni meno che in Italia. Il record nell’Unione Europea spetta a finlandesi e danesi: ben il 90% e l’85% si informa in rete.
Decolla l’uso di internet per informarsi sulla salute
Anche l’utilizzo dell’internet banking è inferiore in Italia. Controllano i propri conti e fanno disposizione di pagamento online il 45% degli italiani, contro una media europea del 58%. Pure in questo caso vi è stato un chiaro incremento con la pandemia, visto che tale percentuale nel 2019 era del 36%, ma rimaniamo comunque fanalino di coda nella UE, davanti solamente a greci, rumeni e bulgari.
Tra gli effetti più evidenti della pandemia vi è poi naturalmente il maggiore interesse degli italiani per tutti i temi inerenti alla salute. Lo dimostra la percentuale di nostri connazionali che utilizza la rete per cercare informazioni in questo campo: tra il 2019 e il 2021 sono passati dal 35% al 53%, avvicinandosi alla media europea, che è del 55% e che in realtà non si è mossa di molto negli anni. Anche negli altri Paesi è salita la quota di cittadini che naviga alla ricerca di rimedi medici o di diagnosi, ma non di ben 18 punti come nel nostro Paese. In Spagna è passata dal 60% al 69%, in Francia dal 50% al 56%, in Polonia è invece rimasta ferma al 47%. Sembra forse un ulteriore segno di quanto la pandemia abbia colpito anche dal punto di vista psicologico più in Italia che in altri Paesi.
Vi sono poi ambiti in cui gli italiani appaiono essere invece più assidui di internet dei loro vicini. In particolare, uno, quello dell’attivismo civico o politico. Coloro che nel nostro Paese hanno usato la rete per aderire a partiti o per partecipare a campagne, sono ben il 26%, una cifra piuttosto alta considerando che la media europea è del 17%. Notevole anche l’incremento rispetto al 2019, di ben 12 punti.
La partecipazione e la mobilitazione si sono spostati online durante questi anni. Vedremo anche dall’affluenza alle prossime elezioni se ciò è servito o meno a frenare l’allontanamento dalla politica degli italiani.