Gli italiani tornano a risparmiare

Gli italiani tornano a risparmiare
23-04-2025

C'è un'inversione di tendenza: nel 2024 il tasso di risparmio delle famiglie italiane è cresciuto dall'8,2% dell'anno precedente al 9%. Si tratta di un aumento significativo: se escludiamo il biennio 2020-21, quando le chiusure pandemiche spinsero molti italiani a ridurre momentaneamente i propri consumi, era dal 2010 che il tasso di risparmio non raggiungeva il 9%. Tra 2011 e 2019, infatti, aveva oscillato tra il 6,8% e l'8,7%, e anche nel post-pandemia, superato il boom del 2020-21, sembrava destinato a tornare ai livelli del decennio precedente. Ma così non è stato.

A cosa è dovuta questa ripresa? L'Istat evidenzia per il 2024 un aumento del 2,7% del reddito disponibile lordo (l'insieme delle entrate delle famiglie da stipendi, pensioni, rendite, trasferimenti pubblici). L'aumento è stato quindi inferiore a quello del 2023, quando i redditi erano cresciuti del 5%; al contempo, mentre due anni fa il potere d'acquisto (redditi al netto dell'inflazione) era rimasto completamente fermo, e nel 2022 si era ridotto dello 0,6%, nel 2024 è salito dell'1,3%, realizzando il migliore incremento degli ultimi 15 anni. A fare la differenza è stato l'andamento dell'inflazione: nel 2023 l'aumento dei prezzi su base annua era stato mediamente del 5,7%, ben più dei redditi, mentre l'anno scorso l'inflazione in media è stata solo dell'1%, quindi inferiore all'aumento dei redditi reali.
 
Questi numeri sono stati in parte dovuti all'incremento dei salari orari, mediamente del 3,1% nel 2024, esattamente come nel 2023. La differenza, però, è appunto che se due anni fa le retribuzioni erano cresciute meno dei prezzi, nel 2024 è accaduto l'opposto.

Le famiglie, però, consumano con prudenza
Certamente il maggiore potere d'acquisto, dovuto a un aumento dei salari nominali maggiore dell'inflazione, ha favorito una ripresa di risparmi; tuttavia, c'è un'altra ragione per cui le famiglie hanno messo da parte una quota maggiore dei propri introiti nel 2024: sono state molto prudenti con i consumi. Nell'anno precedente, nel 2023, infatti, questi erano cresciuti del 6,5%, più dei redditi: a causa dell'inflazione, gli italiani hanno, cioè, dovuto intaccare i risparmi per comprare ciò di cui avevano bisogno. Nel 2024, invece, i consumi sono saliti solo dell'1,7%. Sembra quindi che le famiglie italiane abbiano voluto essere più parsimoniose che in passato, destinando una parte molto importante dei redditi aggiuntivi al risparmio, probabilmente anche a causa dell'incertezza sull'andamento dell'economia, o per ricostruire i propri risparmi, bruciati durante il biennio 2022-23.

Sempre lo scorso anno si è assistito anche a una riduzione dei tassi di profitto delle aziende (perlomeno quelle non finanziarie), sceso al 43,3% dopo avere raggiunto il 46% e il 46,1% nel 2022 e 2023 rispettivamente. Si tratta, però, di un ritorno a valori simili a quelli pre-pandemici, dopo un periodo eccezionale in cui gli aumenti dei prezzi al consumo non avevano generato analoghi incrementi dei salari, riversandosi, quindi, nei margini aziendali.

Più preoccupante è l'andamento dei numeri relativi alle famiglie nell'ultimo trimestre del 2024: il tasso di risparmio è diminuito all'8,5%, dopo avere toccato il 9,6% nel secondo trimestre; la ragione di questo sviluppo sta probabilmente nel fatto che nel 2024 il potere d'acquisto degli italiani è nuovamente sceso, dopo essere aumentato per due anni consecutivi, nel 2022 e 2023. È il segno di un rallentamento dell'economia nazionale? O stiamo semplicemente rientrando sui valori del decennio 2010-2019?