
Andare in pensione non significa per forza interrompere il proprio rapporto con il mondo del lavoro. Secondo i dati dell’Istat, riferiti al 2023, il 10,8% di quanti hanno tra i 50 e i 74 anni e percepiscono una pensione in realtà continua ad essere occupato nel mondo del lavoro. Non solo: a questi vanno aggiunti gli anziani che lavorano senza avere mai avuto accesso a un assegno pensionistico, il 4% dei 65-74enni. Non è poco in un Paese in cui il tasso di occupazione è sempre stato più basso della media europea in tutte le fasce d’età, anche in quelle più avanzate.
Tra i pensionati occupati la maggioranza ha semplicemente proseguito a svolgere la stessa professione di sempre, mentre la restante e minoritaria parte l’ha cambiata, trovandone una nuova.
Ma chi sono questi pensionati lavoratori? Qual è il loro identikit? Sono soprattutto uomini, e il gap di genere qui è anche superiore a quello normalmente presente nel mondo del lavoro. Infatti, tra i 50-74enni di sesso maschile ad essere occupati nonostante il percepimento di un assegno pensionistico sono il 14,8%, mentre tra le donne si scende al 6%.
I pensionati lavoratori sono mediamente più istruiti, del Nord e autonomi
Tra gli altri dati rilevanti c’è quello relativo al motivo della prosecuzione del lavoro: più di metà, il 51,7% dei pensionati occupati, ha dichiarato che la scelta è dovuta alla soddisfazione legata all’attività lavorativa e all’esigenza di sentirsi produttivi; mediamente nella Ue a citare questi fattori è solo il 36,7%. La necessità di avere un’ulteriore entrata economica oltre l’assegno pensionistico è indicata, invece, dal 29,7% di questi 50-74enni.
Questi numeri non stupiscono se si guarda alla condizione professionale di chi ha dato tali risposte, visto che la grande maggioranza di quanti lavorano da pensionati, il 79,5%, è costituita da autonomi e solo per il 20,5% da dipendenti. Molto frequentemente si tratta di lavoratori in proprio, nel 44% dei casi, o di liberi professionisti, nel 18,2%, mentre un altro 7,2% è imprenditore. Sono quindi soggetti che svolgono un’attività con ampia autonomia decisionale o sono responsabili di un esercizio commerciale o di un’impresa della quale sono proprietari.
Non è un caso che l’area geografica in cui i pensionati-lavoratori sono più presenti sia il Nord Est, dove la piccola impresa è più diffusa: qui a continuare a lavorare dopo la pensione sono il 15,6% di tutti i pensionati, rispetto al 10,8% dell’Italia nella sua interezza e al 5,3% del Mezzogiorno.
I pensionati-lavoratori tendono inoltre a essere più istruiti della media: questo perché tra i 54-74enni laureati coloro che lavorano dopo la pensione sono il 16,7%, anche se quelli che hanno fatto studi universitari sono decisamente una minoranza, solo il 10,6% dei 6 milioni e 585 mila pensionati di questa età in Italia.
Guardando al futuro, visto l’aumento del livello medio di istruzione e il generale allungamento della durata della vita lavorativa, è ragionevole pensare che il numero di persone che lavorano anche dopo la pensione sia destinato a crescere.