Il petrolio è la prima fonte di energia combustibile ed è composta in prevalenza da idrocarburi, cioè composti chimici le cui molecole sono formate da idrogeno e carbonio con acqua e altre sostanze non essenziali alla combustione, denominate "impurità" (come lo zolfo).
Presto ribattezzato per la sua importanza "oro nero", è una risorsa non rinnovabile, limitata, destinata dunque ad esaurirsi e a non poter essere più sfruttata economicamente.
La maggior parte del petrolio nasce dalla sapropelite (o sapropel), una melma pastosa che ha origine nel deposito, in acque stagnanti di residui di microrganismi e di alghe unicellulari in putrefazione.
Il petrolio si conosceva già dall'antichità, ed era utilizzato come medicamento, olio da ingrassaggio, combustibile.
Il primo vero pozzo petrolifero nacque nel 1859 a Titusville, in Pennsylvania, ad opera dell'ingegnere Edwin Drake.
Nel XX secolo il petrolio ha rivestito una forte importanza dal punto di vista economico, politico e sociale e ha favorito lo sviluppo dell'industrializzazione.
Dopo la Seconda guerra mondiale sono nate forti tensioni tra i Paesi del Medio Oriente, in cui si trovano i maggiori giacimenti petroliferi.
Il 6 ottobre 1973 Israele fu attaccato dall’esercito egiziano attraverso la penisola del Sinai, e dall’esercito siriano dalle alture del Golan con l'obiettivo di cacciare l’esercito israeliano dai territori che aveva conquistato durante la Guerra dei sei giorni nel 1967.
I Paesi dell’Opec, in sostegno a Siria ed Egitto, decisero un forte aumento del prezzo del petrolio a livello globale e la diminuzione del 25% delle esportazioni, oltre a un embargo nei confronti dei Paesi maggiormente filoisraeliani.
L’aumento del prezzo del petrolio ebbe enormi conseguenze a livello economico ad opera dei Paesi dell'Opec (Organizzazione Paesi esportatori di petrolio), ovvero, Arabia Saudita, Kuwait, Iran, Iraq e Venezuela.
Una seconda crisi petrolifera si ebbe alla fine del decennio, allorché la drastica diminuzione delle esportazioni iraniane, successiva alla caduta della monarchia (1979), provocò sensibili aumenti di prezzo del greggio che arrivò a toccare la punta di 43 dollari al barile con lo scoppio della guerra Iran-Iraq (1980) e la conseguente contrazione della produzione di petrolio.
Negli anni 1982-83 si ebbe un notevole calo del prezzo del greggio a causa del forte calo della domanda di petrolio da parte dei Paesi industrializzati e della crescente rilevanza delle produzioni e delle esportazioni di greggio da parte dei paesi non appartenenti all’Opec (Canada, Messico, Norvegia, Oman, URSS, Stati Uniti).
L’Opec, attraverso gli accordi del 1983 e 1984, ha introdotto la fissazione di quote massime di produzione per ciascun Paese. Questa politica fu interrotta dalla crisi del Golfo (1990), dovuta all’occupazione del Kuwait da parte dell’Iraq, e poi venne ripresa dal 1991.
Il mercato petrolifero, dopo il 1991, è stato caratterizzato fortemente da due elementi: la prosecuzione del blocco delle esportazioni di petrolio dall’Iraq (mai sospeso dal 1990);
la scomparsa dell’URSS e le conseguenti oscillazioni nella produzione di petrolio dei territori che le appartenevano.
L'Opec ha subìto il rischio di flessioni dei prezzi e forti perdite, a causa della presenza di una domanda debole e di una crescente offerta dai Paesi non appartenenti all’organizzazione.
L'Opec, in seguito, ha rivisto più volte gli accordi sulla produzione per garantire un mercato stabile del petrolio a prezzi più contenuti, considerando soprattutto l'aumento di questi causato dalla elevata domanda da parte dei Paesi emergenti.
Negli ultimi mesi il prezzo del petrolio è aumentato anche in relazione alla Guerra Russia- Ucraina.
IL PETROLIO
30-06-2022