Un valore aggiunto di 37 miliardi e 422 milioni, 721.614 imprese, 875mila persone occupate, questi sono i numeri del settore dell’agricoltura in Italia a fine 2022 secondo Istat ed Ismea. Ma non basta. Vanno aggiunti anche quelli dell’industria agroalimentare, centrale per il nostro tessuto produttivo: qui le dimensioni medie sono maggiori, le aziende sono 69.489 e occupano 483mila lavoratori, che generano un valore aggiunto di 26 miliardi e 653 milioni di euro. In sintesi: sono circa un milione e 358mila gli italiani che ricavano un reddito dal lavoro agricolo e alimentare: quasi il 6% di tutti gli occupati del Paese.
Ma ci sono altri numeri impressionanti: nel 2022 quasi il 10% dei 625,8 miliardi di export, e cioè 60,7 miliardi, sono da ascrivere proprio all’industria agroalimentare (per 52,3 miliardi) e dell’agricoltura in senso stretto (8,4 miliardi). In questo caso il protagonista è il Mezzogiorno dove l’incidenza dei due comparti sulle vendite all’estero totali è arrivato al 16,6% complessivo, contro una media nazionale del 9,7%.
Proprio nel Sud e nelle Isole, inoltre, si sono verificati gli aumenti maggiori delle esportazioni agricole e agroalimentari nel 2022: sono cresciute rispettivamente del 7,2% e del 26,3%, mentre a livello nazionale gli incrementi sono stati del 4,2% e del 16,7%.
L’industria agroalimentare, in particolare, ha contribuito a ridurre il deficit commerciale provocato nel 2022 dalla lievitazione dei prezzi dell’energia con un saldo positivo di 11 miliardi e 558milioni di euro, che ha quasi compensato quello negativo dell’agricoltura in senso stretto.
Il sostegno di Banca del Fucino ai produttori italiani
La siccità, l’aumento dei prezzi e la guerra in Ucraina che ci ha costretto ad acquistare cereali presso fornitori più cari, hanno in effetti provocato nel 2022 difficoltà al settore più propriamente agricolo, che ha visto i costi crescere più del prezzo dei prodotti da vendere. Ciò ha causato, in un comparto molto energivoro, una riduzione del valore aggiunto, in controtendenza rispetto a quanto accaduto a livello nazionale in gran parte delle altre industry. Si tratta però di problemi strettamente congiunturali per un settore fondamentale della nostra economia, che ha un grandissimo potenziale di crescita.
Per questi motivi Banca del Fucino, nel solco della sua attività di sostegno del tessuto produttivo, ha varato un’offerta mirata proprio al supporto delle aziende agricole italiane.
Si tratta del pacchetto Agribusiness che include:
- Credito Agrario
- Sconto Cambiale Agraria
- Finanziamento Agrario
Tre diversi servizi per venire incontro alle differenti esigenze che un’impresa può avere in momenti distinti della sua attività.
Con il Credito agrario Banca del Fucino potrà mettere a disposizione, tramite un finanziamento a breve termine, la liquidità necessaria per le spese correnti necessarie da sostenere prima del raccolto e della vendita dei prodotti. Lo Sconto Cambiale Agraria servirà a finanziare, a fronte di un credito commerciale, anche la trasformazione dei prodotti e la remunerazione della manodopera impiegata, ma il futuro delle aziende agricole si giocherà soprattutto sulla loro capacità di diventare più produttive e di competere in un mercato globale, utilizzando la tecnologia.
È per questo che parte del pacchetto di Banca del Fucino è anche il Finanziamento Agrario: è un finanziamento di medio-lungo termine con garanzia Ismea che aiuterà quegli imprenditori che vorranno investire, acquistando macchinari, impianti o fattori di produzione come il bestiame, ampliando così la propria attività e, in prospettiva, le proprie entrate.