Imprese green

economia green
05-04-2022

Investire in energia rinnovabile significa sfruttare le fonti energetiche pulite che non si esauriscono, perché naturalmente reintegrate tramite processi fisici come l’energia solare, l’energia eolica, l’energia geotermica, l’energia da biomasse, l’energia idroelettrica e l’energia marina. 
Queste sono fonti energetiche alternative ai tradizionali combustili e quindi, caratterizzate dalla particolarità di non immettere nell’atmosfera sostanze inquinanti o emissioni di CO₂ e/o ad effetto serra (come, ad esempio, fossili, petrolio, carbone, energia nucleare, etc).
L'energia pulita è il modo migliore per fermare il cambiamento climatico creato fino ad ora dallo sviluppo industriale e tecnologico. 
Il quadro politico mondiale ha deciso di impegnarsi nel processo di decarbonizzazione favorendo l'uso di energie rinnovabili. In Italia, nel corso degli ultimi 10 anni si è registrato un aumento dell'utilizzo di fonti di energia pulita raggiungendo il 17% di green energy, come da fonte Eurostat 2020. 
Questo è anche  l’obiettivo della misura 5.1 “Rinnovabili e batterie” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), e, a tal proposito, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 63 del 16 marzo 2022 il decreto del ministero dello Sviluppo economico 27 gennaio 2022 per l’attuazione di questa misura attraverso lo strumento agevolativo dei contratti di sviluppo.
Il decreto, finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del NextGenerationEU, mette a disposizione un miliardo di euro con l’obiettivo di facilitare e sostenere “lo sviluppo in Italia dei settori produttivi connessi alle tecnologie per la generazione di energia da fonti rinnovabili, con particolare riferimento a moduli fotovoltaici innovativi e aerogeneratori di nuova generazione e taglia medio-grande, e per l’accumulo elettrochimico”.
I contratti di sviluppo prevedono anche la realizzazione di opere infrastrutturali, materiali e immateriali, funzionali agli obiettivi dei programmi stessi. 
Gli investimenti per la filiera delle rinnovabili non devono essere inferiori a 20 mln di euro.
Inoltre, il programma di sviluppo deve essere concluso entro 48 mesi dalla concessione delle agevolazioni.
I fondi stanziati riguardano le imprese che effettueranno investimenti nelle fonti rinnovabili nell’ambito dello strumento di natura negoziale del Contratto di sviluppo, della cui gestione se ne occupa Invitalia, sotto la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico (Mise).
Sono previsti tre sub-investimenti:
a)    sub-investimento 5.1.1 “Tecnologia Pv”, con una dotazione di 400 mln);
b)    sub-investimento 5.1.2 “Industria eolica”, con una dotazione di 100 mln);
c)    sub-investimento 5.1.3 “Settore batterie”, con una dotazione di 500 mln).
Le agevolazioni possono essere concesse sotto forma di finanziamenti agevolati, contributi in conto interessi, contributi in conto impianti e contributi diretti alla spesa anche in combinazione tra loro.
Possono essere concesse alle imprese ubicate nelle aree in deroga ex art. 107, par. 3, lett. a): Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia; nelle aree in deroga ex. Art. 107, par. 3, lett. c).
Il finanziamento agevolato, massimo a 10 anni, sarà concesso in termini di percentuale nominale rispetto alle spese ammissibili nel limite del 75%, con la presenza delle idonee garanzie bancarie e/o assicurative.
Sono ammissibili le seguenti spese se finalizzate al progetto:
a)    suolo aziendale e sue sistemazioni (nel limite del 10% dell’investimento complessivo ammissibile del progetto);
b)    opere murarie e assimilate (nel limite del 40% dell’importo complessivo degli investimenti ammissibili per ciascun progetto d’investimento);
c)    infrastrutture specifiche aziendali;
d)    macchinari, impianti e attrezzature varie;
e)    programmi informatici, brevetti, etc (nel limite del 50% dell’investimento complessivo);
f)    spese per consulenze, per le sole Pmi nel limite del 4% dell’investimento.

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