In Italia i trasporti sono più green della media europea

energia eolica
25-01-2023

In Italia il 10% dell’energia utilizzata nel settore dei trasporti viene da fonti rinnovabili: l’1% in più rispetto alla media europea.

Sui 27 Stati membri solo 6 fanno meglio dell’Italia: Svezia (con il 30,4%) Finlandia, Slovenia, Malta, Danimarca e Belgio. Questo significa che, secondo i dati Eurostat del 2021, a differenza della maggior parte degli altri Paesi, l’Italia ha raggiunto la soglia-obiettivo fissata dalla Direttiva Europea sull’Energia Rinnovabile del 2009, che ha posto proprio al 10% la quota di energia green che avrebbe dovuto essere usata nell’ambito dei trasporti entro il 2020.

Se la Spagna con il 9,2% supera di poco la media, Francia e Germania rimangono al di sotto, rispettivamente con l’8,2% e l’8%. In fondo alla classifica, con meno del 6%, vi sono Polonia, Grecia e Irlanda.  

Il 2021 in generale ha visto una riduzione della fetta di carburante consumato proveniente da fonti rinnovabili, con un calo che è stato limitato in Italia e molto più pronunciato in Germania (-2%). Tra i motivi vi è la fine delle restrizioni dovute al Covid e il maggior ricorso a combustibili fossili per la riattivazione di alcune tipologie di trasporto dopo la fine dell’emergenza come, per esempio, quello aereo.

C’entra, però, anche la ridefinizione del concetto di “rinnovabile”, che dal 2021 è più stringente ed esclude parte delle biomasse e del biofuel. Proprio i biocarburanti liquidi, in particolare il biodiesel, costituiscono la maggioranza dei propellenti green usati in Italia seguita dall’elettricità non di origine fossile, il biometano e l’idrogeno.

Da fonti rinnovabili il 19,2% dell’energia consumata in Italia

L'obiettivo futuro è però più ambizioso, soprattutto per noi: se il target europeo è raggiungere entro il 2030 una quota di rinnovabili del 14% tra le fonti del settore dei trasporti, il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) italiano intende superare tale soglia, arrivando al 22%, un modo di compensare i nostri ritardi in altri ambiti.

In generale, infatti, proviene da origini green il 19,2% dell’energia che viene consumata dagli italiani; il 2,6% meno rispetto alla media europea. Vi sono stati anni, tra il 2012 e il 2017, in cui il gap era minore dell’1%, e nel 2013 abbiamo addirittura superato il dato Ue.

Il ritardo è più evidente nel campo del riscaldamento e dell’aria condizionata: nel nostro Paese le rinnovabili coprono il 19,7% del combustibile necessario per climatizzare gli ambienti, nell’Unione Europea il 22,9%.

I consumi elettrici, invece, sono i più ecologici: da fonti verdi arriva il 36% dell’energia necessaria, poco meno della media Ue del 37,5%. Anche in questo caso, tuttavia, la strada da fare è molta: in 10 anni vi è stato un aumento del 12,5%, mentre in Germania nello stesso lasso di tempo si è passati dal 20,9% al 43,7%.

I modelli a cui guardare, però, sono più a Nord: in Svezia i consumi complessivi (quindi elettricità, riscaldamento, trasporti) garantiti dalle rinnovabili superano il 50% del totale; in Finlandia il 36,6% e in Danimarca il 27,2%.  Fuori dalla UE, invece, vi sono invece l’Islanda, con il 73,8%, e la Norvegia, con il 64,5%. Ma si tratta di realtà peculiari, probabilmente inimitabili.