La ripartenza dell’economia dopo il blocco forzato dovuto alla pandemia e alle restrizioni imposte dai governi ha fatto segnare in Italia e in Europa la ripresa della vitalità delle imprese.
I recentissimi dati di Eurostat evidenziano, anche in questo caso, lo stesso identico andamento di tanti altri indicatori economici: un crollo a metà 2020; un rimbalzo immediatamente successivo seguito da un aumento più costante nei primi sei del 2021.
Riguardo alla nascita di nuove imprese i dati sono questi: l’Italia ha visto riduzioni del 14,7% e del 39,5% nel numero di attivazione di nuove aziende nel primo e secondo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fino ad arrivare nel giugno 2020, a un numero di registrazioni che era solo del 59,2% rispetto alla media del 2015, che viene utilizzata in questo caso come benchmark.
La quantità di imprese che hanno visto la luce è poi cresciuta, prima a quota 71,8 nell'estate 2020 (sempre ponendo quella del 2015 uguale a 100) poi a 77,2 negli ultimi 3 mesi dell’anno, fino a 108,3 nel primo trimestre del 2021. È evidente che si sono riattivati nello stesso momento progetti che erano stati già pensati in precedenza e che la pandemia ha solo rimandato. Nei mesi tra aprile e giugno di quest’anno, poi, le nuove aziende fondate si sono riassestate su un numero non distante da quelli del periodo pre-pandemico, al 93,8% del livello del 2015.
Rimane comunque degno di nota il fatto che nel secondo trimestre del 2021 il rimbalzo del 58,6% delle registrazioni di nuove realtà rispetto allo stesso periodo del 2020 sia superiore o analogo a quello che si è visto in altri Stati della Ue, come la Germania (+15,8%), i Paesi Bassi (+3,8%), la Francia (+58,8%).
A riprendere a crescere sono stati naturalmente anche i fallimenti e le chiusure, che però sono sensibilmente meno rispetto alle aperture (sempre ponendo il livello del 2015 uguale a 100). Sono stati il 64,6% di tale soglia nel secondo trimestre del 2021, e il 68,8% nel primo, dopo essere crollati al 21,8% nella primavera 2020. Si tratta di numeri di poco superiori a quelli tedeschi. In Germania, tuttavia, la legge dava facoltà, fino a pochi mesi fa, di non dichiarare bancarotta, per agevolare una possibile ripresa delle imprese più colpite dalla pandemia.
L’ottimo rimbalzo di ICT e dei servizi avanzati e la ripresa dell’edilizia
Tra i dati più interessanti vi sono quelli che riguardano i singoli settori dell’economia, soprattutto dal lato della nascita di nuove aziende.
Il Covid non solo non ha frenato ma ha addirittura accelerato il trend in settori quali "Information and Communication" di cui l’ICT è una parte molto importante. Nel secondo trimestre 2021, cioè, sono nate più società rispetto al solito benchmark rappresentato dai dati del 2015: il 15,5% in più.
Performance simili le ha avute anche la macro-area che potremmo definire dei servizi avanzati, che include le attività tecnico-professionali come quelle finanziarie e consulenziali. Significativi sono anche i numeri relativi al settore dell’edilizia: il numero di nuove aziende in questo caso è in crescita rispetto al 2015 già dall’estate 2020.
Gli incentivi, le agevolazioni come l’Ecobonus e i fondi pubblici in arrivo stanno agendo come da volano per un settore che per lunghissimo tempo ha vissuto una crisi importante, la peggiore dal Dopoguerra.
Non si può dire lo stesso per alloggi e ristorazione. Gli ultimi dati, sempre della primavera del 2021, ci dicono che le nuove attività in questo settore sono state solo il 59,3% di quelle del 2015, e la ripresa rispetto al 2020 è stata solo parziale. Per vedere numeri più positivi si dovrà aspettare una crescita del Pil e dei consumi.
In Italia si riprende a fondare imprese
30-08-2021