La ripresa di Roma sarà maggiore di quella italiana

La ripresa di Roma
25-11-2021

La ripresa di Roma sarà maggiore di quella italiana e verrà trainata dagli investimenti pubblici e dall'edilizia

Dopo anni di declino economico sembra essere giunto per Roma il momento della ripresa con una crescita economica che sarà superiore a quella media italiana. È quello che emerge dalle stime di Banca del Fucino, secondo cui nei prossimi 4 anni il Prodotto Interno Lordo della Capitale crescerà il 2,5% in più di quanto farà quello nazionale. Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto a quanto accaduto nel periodo successivo alla precedente crisi, quella del debito sovrano. Allora, al contrario, l’economia romana si espanse il 3,5% meno di quella del resto del Paese. 
Che cosa c'è alla base di questo ottimismo? Prima di tutto c'è la ripresa degli investimenti, in particolare pubblici, e poi quelli nel settore delle costruzioni. Banca del Fucino stima che nel 2024 gli investimenti pubblici saranno cresciuti del 67,5% rispetto ai valori del 2019, mentre i secondi del 26,9%. Sono percentuali notevolmente superiori a quelle degli incrementi degli investimenti in altri ambiti, come, per esempio, i macchinari.

A fare da traino, naturalmente, sarà il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che privilegia proprio il comparto dell’edilizia. È a questo che, a livello nazionale, andrà il 32,6% delle risorse messe a disposizione. Verrà speso più per questa voce che per trasferimenti alle imprese, che assorbiranno il 18,7%, o per Ricerca e Sviluppo (6,2%). 

Questi dati riguardano tutto il territorio nazionale, ma la ragione per cui sarà Roma a beneficiarne più di altre città d’Italia risiede nelle caratteristiche strutturali dell’economia della Capitale.  È, infatti, tra i grandi centri italiani quello in cui il settore pubblico ha più peso, e una ripresa della spesa statale, soprattutto sotto forma di investimenti, non può che avere qui un impatto maggiore che altrove.
 
Anche l’edilizia è da decenni una componente molto rilevante del tessuto produttivo romano, con un’importanza superiore a quella che ha, per esempio, il settore manifatturiero. Dopo il calo medio annuo del 2,4% del valore aggiunto delle costruzioni tra il 2007 e il 2018, il ritorno di fondi e finanziamenti in questo comparto non può che generare un rimbalzo maggiore di quello che si vedrà in altre aree del Paese.

Il cambio di paradigma alla base della ripresa romana
La crescita dell’economia della Capitale non avverrà come semplice reazione a un periodo di declino e alla pandemia. Alla radice vi è anche un cambiamento delle scelte economico-politiche sia a livello nazionale che europeo. 

Più di dieci anni prima della recessione provocata dal Covid vi era stata quella collegata al crollo di Lehman Brothers e dei derivati, su cui si era poi innestata, nel 2011, la crisi del debito. Le reazioni di Governo e Commissione Europea, tuttavia, erano state allora improntate all’austerità: il principale obiettivo era  porre un freno alla crescita di deficit, e, appunto, del debito pubblico. A farne maggiormente le spese sono stati proprio gli investimenti, che tra 2011 e 2015 in Italia sono diminuiti del 16%, molto più del Pil, che nello stesso lasso di tempo aveva subito un calo del 4%.

Per il periodo post-pandemico le cose sembrano andare diversamente. In base alle previsioni della Banca del Fucino gli investimenti complessivi nei prossimi anni cresceranno più del Prodotto Interno Lordo. Nel 2024 saranno del 17,3% più alti che nel 2019, mentre il Pil si sarà per allora incrementato del 5,4% rispetto al livello di due anni fa. 

La speranza, ora, è che questo cambiamento di paradigma nelle politiche economiche messe in atto possa dare i propri frutti proprio dove prima del Covid la crescita aveva languito più che altrove. A cominciare da Roma.