L’andamento dei consumi legati al Natale sembra avere avuto, secondo le stime di Confcommercio, una tendenza simile a quella dell’economia nel suo complesso. Gli acquisti degli italiani, infatti, sono cresciuti in modo deciso rispetto al 2020, ma senza recuperare i livelli del 2019. Esattamente come è accaduto al Pil.
Nel dicembre 2021 la spesa in beni commercializzabili (esclusi, quindi, affitti e utenze) ha raggiunto, alla fine dell'ultimo mese dell'anno, i 76 miliardi di euro. Si tratta di un valore inferiore di 7 miliardi a quello del 2019, quando abbiamo trascorso l’ultimo Natale senza pandemia, ma superiore a quello del 2020, quando i consumi si sono fermati a 66 miliardi.
I dati sono significativi perché l’ultimo mese dell’anno è quello in cui in Italia si frequentano di più i negozi e gli store online grazie alla maggiore disponibilità di liquidi da parte dei lavoratori che hanno appena ricevuto la tredicesima mensilità, che quest’anno hanno fatto più che mai la differenza. Al contrario di quanto accaduto per Pil e consumi, infatti, a dicembre 2021 il valore complessivo di queste mensilità aggiuntive di stipendio ha superato anche il livello del 2019, arrivando a quota 43,8 miliardi contro i 43,4 di due anni fa mentre nel 2020 era sceso a 41,8 miliardi.
Vi è ancora molta prudenza, tuttavia, ed è evidente nei numeri di Confcommercio: ad essere messo da parte, senza essere speso, è stato il 12,7% delle tredicesime, meno del 15,6% del 2020, ma più dell’8% del 2019.
Se da un lato incidono alcune limitazioni, per esempio ai viaggi, dall’altro molto è dovuto all’incertezza che ancora attanaglia gli italiani e che li spinge ad aprire meno i portafogli.
Le incognite delle varianti e dell’inflazione
Tra i motivi, naturalmente, la variante omicron, che ha cominciato a dilagare anche in Italia, determinando nuovi provvedimenti e chiusure, e poi, rimanendo in tema economico, l’inflazione.
Gli effetti di quest’ultima saranno più chiari in futuro, ma, in base alle stime di Confcommercio, hanno cominciato ad avere un impatto già nell’ultima parte di quest’anno. A causa di bollette della luce e del gas più salate, infatti, le famiglie hanno speso 2,3 miliardi in più, evidentemente sottraendoli ai consumi. Miliardi che sarebbero stati 4,5 senza l’intervento dello Stato, che ha varato sostegni per le fasce di reddito più basse, le più colpite dal carovita.
Anche per questo motivo, ogni nucleo familiare durante le festività ha destinato agli acquisti in media 1.645 euro tra quelli incassati con le tredicesime. L’incremento è molto limitato rispetto al 2020, quando ne sono stati spesi 1.638, e i 1.779 del 2019 rimangono lontani.
Le stesse incognite legate all’inflazione, che hanno avuto un peso nei consumi natalizi, potrebbero impattare anche sulla crescita generale dell’economia nel 2022. È per questo motivo che Confcommercio vede un incremento del Pil, l’anno prossimo, del 4%, inferiore di sette decimali di quello previsto dal governo.
Si tratta di ombre che dovranno essere dissolte nel prossimo anno se vorremo vedere un Natale 2022 finalmente più prospero di quelli del periodo precedente al Covid.