La vicenda Gamestop, quando i social influenzano la finanza

La vicenda Gamestop
01-07-2021

Il 2020 e il 2021 hanno rappresentato gli anni più anomali dal Dopoguerra a livello mondiale, caratterizzati dalla peggiore pandemia moderna e dalla crisi economica più profonda degli ultimi 75 anni. 
Ma nell’ambito della finanza saranno ricordati anche per il primo caso in cui i social sono riusciti ad avere un’influenza determinante sull'andamento di un titolo azionario. 
Già in passato a determinare gli “animal spirit”, le aspettative, non erano solo i numeri nudi e crudi, i bilanci aziendali, i trend del mercato, ma anche i rumors giornalistici, spesso fatti uscire ad arte. E tuttavia non era ancora successo che fossero gli utenti di un social network, con un’azione collettiva, a rovesciare le previsioni degli esperti e a decidere guadagni e soprattutto perdite.

È avvenuto con GameStop, una catena di negozi di videogiochi apparentemente avviata a un declino inesorabile a causa dell’e-commerce, e l’azione di attivisti riuniti su Reddit, uno dei social più importanti nella rete, anche se meno noto di colossi come Twitter o Facebook.
La vicenda alla fine è semplice: GameStop aveva perso tra il 2014 e il 2020 quasi tutto il proprio valore, con le azioni che erano scese da un prezzo di più di 50 dollari a uno di circa 5, e con la crisi pandemica che sembrava essere solo il chiodo della bara per l’azienda americana, la quale del resto nel 2018 era passata da un utile di 34,7 milioni di dollari l’anno precedente a una gigantesca perdita di 673 milioni.

Si trattava della preda perfetta per determinati hedge fund, che a dispetto del nome, che implica un’azione di copertura dal rischio, effettuano azioni speculative, e che sono gli altri grandi protagonisti di questa storia. In particolare il fondo Melvin Capital che si è messo a vendere allo scoperto azioni di GameStop per realizzare velocemente profitti. In sostanza prendeva a prestito da broker le azioni, le vendeva e poi le ricomprava poco tempo dopo una volta che il loro valore era diminuito (per restituirle ai broker), raggiungendo quindi un evidente guadagno.   

L’azione della community di r/Wallstreetbets e il “carico da undici” di Elon Musk
La cosa non era piaciuta ad alcuni attivisti riuniti nella Community di Reddit r/Wallstreetbets, che hanno deciso, con motivazioni sia politiche che puramente speculative, di coordinarsi e comprare azioni di GameStop per contrastare i ribassi provocati anche da Melvin Capital e altri fondi e far fallire la sua strategia. Lo hanno fatto tramite una piattaforma di trading dal nome evocativo, RobinHood, e il valore del titolo nel gennaio 2021 ha cominciato effettivamente a risalire, da 20 dollari (che già rappresentava una ripresa rispetto ai minimi toccati) a 40, cosa che ha costretto gli scopertisti a ricomprare sì le azioni, come d’accordo con i broker, ma a un prezzo superiore e non inferiore a quello a cui li aveva venduti. Generando perdite sempre maggiori e un circolo vizioso per cui per timore di ulteriori risalite del titolo ci si affrettava a comprare, cosa che naturalmente provocava altri aumenti. 

Si tratta del cosiddetto “short squeeze”, ovvero della tendenza al rialzo di azioni per cui invece si era preventivato un continuo calo, cosa che forza appunto a effettuare riacquisti in perdita. 
La storia è diventata nota al grande pubblico e ha assunto un’aurea pop quando ci si è messo il 26 gennaio anche l’eccentrico miliardario Elon Musk, che con un solo tweet (ancora i social, appunto), in cui ha linkato a r/Wallstreetbets e ha scritto “Gamestonk”, ha generato una corsa al rialzo, a quel punto alimentata anche da piccoli risparmiatori e non solo dal nugolo di Redditers dell’origine, che ha portato Gamestop a toccare il 28 gennaio un valore di 483 dollari

RobinHood e altri operatori a questo punto hanno sospeso le operazioni, con il titolo che è tornato a quota 50 in breve tempo. 
A farsi male sono stati in tanti, sicuramente hedge fund come Melvin Capital, che si calcola avrebbe perso tra i 4 e i 5 miliardi, ma soprattutto i cosiddetti investitori “amatoriali”, gli ultimi intervenuti, quelli che hanno fiutato un possibile lucroso affare dopo le parole di Elon Musk o appena prima, e che si sono ritrovati poi con perdite enormi

La vicenda, allo stesso tempo molto nuova, ma anche antica, perché le bolle finanziarie alimentate da speranze irrazionali ci sono sempre state, sembra insegnare diverse cose. 

Come il ruolo della finanza speculativa nel creare profezie auto-avverantesi e abbattere il valore di titoli azionari soprattutto laddove la regolamentazione lo permette. In Europa, per esempio, è proibito vendere allo scoperto senza la disponibilità del titolo sottostante (basta anche un accordo con terzi che però deve essere vincolante), mentre negli Usa basta una ragionevole possibilità di poter ottenere l’azione a scadenza.
 
E come le piattaforme di trading online, facili da usare e con prezzi ridotti, possano illudere tanti investitori con la prospettiva di guadagni facili, soprattutto in un’epoca di tassi d’interesse così bassi, ma sono in realtà caratterizzate secondo Banca d’Italia da una quota di perdite del 70% sul totale

Ma soprattutto come ormai si sia aggiunto il mare magnum dei social a rendere ancora più instabile e imprevedibile il mercato. 

A vincere per ora sembra solo GameStop, che negli ultimi mesi come altri “meme stocks” (azioni di società dalle prospettive economiche incerte che vengono spinte da trader online) ha ripreso valore e a tratti a crescere bene, fino a toccare a inizio giugno di nuovo i 300 dollari ad azione, grazie ancora all’azione dei Redditers, anche se senza rally improvvisi. Fino al prossimo ribasso.