Le spese correnti e gli ammortamenti relativi agli investimenti in IT di 16 gruppi bancari, presi come riferimento da Banca d'Italia, hanno raggiunto quest'anno i 5 miliardi e 424 milioni di euro, il 4,4% in più rispetto al 2023 e il 19,2% in più rispetto al 2019. Se si esclude un aumento più contenuto, dello 0,7%, tra il 2022 e il 2023, il ritmo medio di questa crescita non è diminuito nel tempo. Risultato: la tecnologia e l'innovazione informatica assorbono una parte sempre più importante degli sforzi economici degli istituti bancari.
Particolarmente significativo è il fatto che le banche più piccole (con attivo tra i 5 e i 20 miliardi) siano quelle che hanno accresciuto di più le spese in IT: in cinque anni sono salite del 26%, mentre nel caso dei gruppi principali (con attivo superiore ai 120 miliardi di euro) l'aumento è stato minore, pari all'11,7%. Anche nel 2023, un anno con incrementi degli investimenti generalmente limitati, gli istituti più piccoli in realtà hanno visto un aumento superiore al 5%.
Certo, bisogna precisare: tra le cause di questa crescita ci sono anche i rincari dei vari prodotti e servizi tecnologici, che hanno subìto più di altri gli effetti dell'inflazione. Tuttavia, la quasi totalità delle realtà bancarie hanno visto l'avvio di nuovi progetti in ambito IT, mentre due terzi hanno deciso per un allargamento dell'operatività dei servizi digitali e tecnologici.
Più personale IT, si punta alla formazione interna
Tuttavia, nonostante il rilevante aumento, questi costi sono saliti meno di quanto abbiano fatto i fatturati e gli utili dei gruppi bancari, favoriti negli ultimi anni dal rialzo dei tassi di interesse: tra il 2021 e il 2023 le spese per l'IT sono passate mediamente dall'11,52% al 9,72% del margine di intermediazione, e dal 41,99% al 26,71% del risultato di gestione, proprio perché queste grandezze hanno visto incrementi ancora superiori.
Inoltre, gli investimenti in tecnologia assorbono sempre più personale: nel 2018 a lavorare nell'IT era il 4% dei dipendenti delle banche; oggi è il 5,1%, con un picco del 6,5% nei gruppi di medie dimensioni e un minimo del 3,8% in quelli più piccoli. Anche in quest'ultimo caso, però, c'è stato un aumento, visto che sei anni fa erano solo il 2,2%.
La maggioranza di questi dipendenti, il 55,1%, sono quadri o dirigenti, sui cui quasi sempre l'istituto bancario ha investito con corsi di formazione tecnica pagati dall'azienda, un dato che conferma come l'upskilling del personale già presente in banca sia la strada più frequentemente scelta per stare al passo con l'innovazione tecnologica. Fanno eccezione la Security Governance e le applicazioni IoT: in questi casi gli istituti di credito preferiscono ricorrere a risorse esterne.
In futuro il segmento IT del mondo bancario è previsto in ulteriore espansione: sempre secondo le rilevazioni di Banca d'Italia, il 73% dei gruppi bancari ha intenzione di esplorare maggiormente le potenzialità dell'Intelligenza Artificiale, e il 68% intende gestire i propri dati in cloud. Certo, serviranno manager esperti in entrambi i settori: le banche dovranno quindi decidere se trovarli sul mercato o formarli internamente.
Per le banche crescono spese e investimenti in IT
04-12-2024