Le imprese italiane restano ottimiste sul futuro

Le imprese italiane restano ottimiste sul futuro
15-10-2024

Avanti piano, più lentamente di prima. È questo il sentiment sul futuro delle imprese italiane così come risulta dall'ultimo report della Banca d’Italia (Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, III trimestre 2024). Partiamo dai dati: nel terzo trimestre (luglio-settembre) del 2024 la quota di imprese che ha registrato una diminuzione della domanda nei tre mesi precedenti è tornata a essere maggiore rispetto a quella delle imprese che hanno visto un aumento; le prime sono il 26% del totale e le seconde il 23,4%, mentre per il restante 50,4% non ci sono stati cambiamenti. Era dalla fine del 2020 che la percentuale di aziende che hanno visto un incremento delle vendite non era così bassa, con la sola eccezione dell’estate 2023. Questi giudizi hanno influito comprensibilmente sulla percezione della situazione economica generale, che solo per il 6,4% del campione è migliorata durante l’ultimo trimestre, mentre nei primi tre mesi dell’anno ad avere questa sensazione era stato il 10% delle imprese.

Ciononostante, le imprese restano ottimiste sul futuro: il 33,8% del campione di imprese selezionato dalla Banca d’Italia ritiene che tra settembre e dicembre la domanda aumenterà, e solo il 17,6% pensa il contrario. Il divario tra ottimisti e pessimisti è tuttavia progressivamente sceso trimestre dopo trimestre, dal 26,4% al 24,8%, fino al 16,2%.

Migliori le prospettive a tre anni
Parlando di export, le imprese che prevedono un peggioramento delle vendite fuori dai confini nazionali sono aumentate di pochi decimali, passando dal 13,4% al 13,7%. A rispondere al sondaggio della Banca d’Italia sulle prospettive della domanda estera sono state solo le aziende dell’industria e dei servizi, mentre sono state escluse quelle delle costruzioni, le quali operano solo internamente. Proprio le imprese del settore delle costruzioni continuano ad essere le più ottimiste: la percentuale di imprese edili che stimano che i propri affari aumenteranno tra settembre e dicembre è rimasta molto alta, il 45,9% (solo lo 0,6% in meno rispetto al trimestre precedente), mentre solo per il 10,6% diminuiranno. Si tratta di numeri molto più positivi di quelli di tutto il periodo pre-Covid, nonostante la fine della maxi-agevolazione del Superbonus. Nell’industria e nei servizi, invece, a vedere una crescita della domanda è il 33,1% delle imprese.

Tra le ragioni di questa maggiore positività vi è il giudizio sulle condizioni economiche, in termini di fisco, disponibilità di personale, tassi di interesse, congiuntura: per la grande maggioranza delle imprese delle costruzioni, il 78,4%, tutte queste variabili rimarranno stabili, dando certezza all’attività economica soprattutto per quanto riguarda gli investimenti.

Ancora più positive sono le stime da qui a tre anni. Tra tutte le imprese del campione, considerando tutti i settori, ben il 49% crede che nel 2027 le condizioni economiche saranno migliori di quelle attuali e solo per il 16,4% peggioreranno. La percentuale sale al 51,5% nel caso del settore delle costruzioni.