È un classico dell’autunno: la battaglia di cifre sulla crescita del Pil. Le previsioni indicano una leggera ripresa dell’economia italiana nel biennio 2024-2025, anche se le stime divergono tra le varie fonti. Nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB), che sostituisce dal 2024 la Nota di aggiornamento al Def, il Governo prevede che la nostra economia crescerà dell’1% nel 2024, e ritiene inoltre che la manovra di bilancio, a breve in discussione alle Camere, potrebbe portare la crescita nel 2025 fino all’1,2%. Queste cifre riflettono l’ottimismo dell’esecutivo, che ha mantenuto le previsioni annunciate ad aprile nel Def.
Al contrario, la Banca d’Italia adotta un approccio più cauto, stimando una crescita del PIL dello 0,6% nel 2024 e dell’1% nel 2025, rimanendo la più pessimista tra i previsori.
Il Fondo Monetario Internazionale si colloca in una posizione intermedia: prevede che il Pil del nostro Paese crescerà dello 0,7% nel 2024 (tre decimali in meno rispetto a quanto previsto dal Governo) e dello 0,8% nel 2025 (in questo caso i decimali di scarto diventano quattro).
Sul 2024 pesa la crescita zero della Germania
L’Ocse è un po’ più ottimista del Fmi: per il 2024 vede un aumento del Pil dello 0,8%, mentre per il 2025 disegna uno scenario ancora più roseo, stimando una crescita della nostra economia dell’1,1%.
Ancora più positiva è la previsione dell’agenzia Moody’s, secondo la quale la nostra economia si espanderà dello 0,9% quest’anno e dell’1,1% il prossimo. Si tratta di stime che divergono da quelle del Governo di un solo decimale e sono migliori di quelle di tanti previsori italiani come, per esempio, Confindustria, che ritiene che il Pil italiano salirà dello 0,8% nel 2024 e dello 0,9% nel 2025. Analoghe sono le previsioni dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), appena aggiornate: anch’esse vedono un aumento del prodotto interno lordo dello 0,8% quest’anno, a causa di un terzo trimestre deludente, soprattutto per la debolezza dell’industria e le incertezze sull’edilizia in seguito alle revisioni degli incentivi.
Certamente sulla performance del nostro settore industriale incide la crisi dell’economia tedesca. Il Fmi prevede che il Pil della Germania non crescerà affatto nel 2024, con una revisione al ribasso del già deludente +0,2% previsto dalla stessa istituzione a luglio. All’interno dell’area euro, sempre per il Fmi, nel 2024 faranno meglio di noi la Francia, +1,1%, e soprattutto la Spagna, che metterà a segno un sorprendente +2,9%, in ulteriore miglioramento rispetto al +2,4% stimato in luglio. La crescita del Paese iberico supererà persino quella degli Usa (+2,8%), la cui performance economica negli ultimi due anni ha spesso superato le attese dei maggiori previsori internazionali. Questo scenario evidenzia una sfida ma anche un’opportunità per la nostra economia di adattarsi e competere a livello internazionale.