L'ECONOMIA DEL LAZIO

San Pietro dal ponte Vittorio Emanuele
19-10-2022

Iniziamo con questo articolo una breve rassegna delle caratteristiche delle regioni dove è presente la Banca del Fucino. Cominciamo con il Lazio e con Roma, dove la Banca del Fucino è stata fondata nel luglio del 1923.

Con 5.715.190 abitanti il Lazio è la seconda regione più popolosa d’Italia dopo la Lombardia. Dal 2013 ha superato la Campania, afflitta, come il resto del Mezzogiorno, da un calo demografico che è stato ancora più forte di quello che ha colpito la regione della Capitale. Nel Lazio, infatti, la popolazione è scesa di 182.934 persone in 5 anni, ovvero del 3,1%, a un ritmo superiore alla media nazionale. In Italia la riduzione è stata nello stesso periodo del 2,7%. Oggi abita nel Lazio il 9,7% degli italiani, più del 9,2% di 10 anni fa; vuol dire che l’accentuazione della crisi demografica si è prodotta solo negli ultimi anni.

Però il peso del Lazio da un punto di vista economico è superiore a quello demografico: secondo l’analisi delle singole economie regionali effettuata da Banca d’Italia il suo Pil annuale, di 177 miliardi e 919 milioni nel 2020, rappresenta il 10,8% di quello nazionale e anche il Pil procapite, 30.890 euro l’anno, è superiore a quello medio italiano. Per la precisione è più grande dell’11,3% e supera quello di realtà del Nord come Piemonte, Liguria, Friuli-Venezia Giulia. La maggiore differenza rispetto al resto d’Italia in ambito economico è però qualitativo più che quantitativo.

Il Lazio, infatti, è la regione del Paese in cui i servizi hanno l’importanza maggiore: ben l’85,2% del valore aggiunto prodotto viene da questo macro-settore, contro il 74% nazionale. In particolare il commercio conta per il 27,6%, mentre mediamente in Italia si ferma al 23,2%. In questo segmento sono inclusi anche i servizi di alloggio e ristorazione, che la vocazione turistica di Roma rende molto più decisivi per tutta l’economia.

Importante è anche il divario relativo all’incidenza della Pubblica Amministrazione e delle attività relative all’intrattenimento: nel Lazio contribuiscono a formare il 25,6% del valore aggiunto, il 4,6%, più della media italiana.

La crisi pandemica ha colpito il Lazio un po’ meno del resto d’Italia

A caratterizzare la regione è anche il grande peso del suo capoluogo, Roma, che non ha eguali nel resto del Paese. Con 2.770.226 abitanti rappresenta il 48,3% di tutta la sua popolazione, ma dal punto di vista economico la Capitale è ancora più dominante tanto che secondo i calcoli del Censis a Roma si crea il 6,4% del Pil nazionale e quasi il 60% di tutto quello del Lazio. Per fare un confronto basti pensare che Milano è molto meno rilevante per la Lombardia dato che contribuisce solo per il 21,6% a tutta l’economia della regione.

La centralità di Roma e la sua vocazione a centro di servizi pubblici e amministrativi, con i suoi ministeri e amministrazioni centrali dello Stato (si pensi solo all’Inps e agli headquarters di tutte le più grandi società pubbliche e partecipate dallo Stato, quali Poste, Trenitalia, Enel, ecc.) ha influenzato anche la congiuntura economica in occasione della crisi peggiore che il Paese abbia vissuto dal Dopoguerra, quella provocata dal Covid e dalle restrizioni che sono state varate per arginarlo.

A causa del minore impatto della pandemia sul settore statale e sulla sua occupazione il Pil laziale, secondo Banca d’Italia, nel 2020 è calato un po’ meno rispetto a quello italiano, dell’8,4% contro l’8,8%. L’importanza e la funzione calmierante del settore pubblico hanno anche in parte compensato i pesanti danni al turismo che il Covid ha portato, con un crollo dell’80,8% delle presenze. Il Pil pro capite laziale, inoltre, è sceso, sempre nel 2020, dell’8,1%, contro una riduzione dell’8,8% in Lombardia, per esempio, e una media nazionale di -8,9%.

Anche il calo occupazionale è stato un po’ più lieve: il tasso di occupazione del Lazio è diminuito dell’1,7% a causa del Covid, mentre quello lombardo si è contratto del 2,3%. La ripresa successiva, poi, è stata più forte a Roma e dintorni: qui, a fine 2021, la percentuale degli abitanti del Lazio tra i 15 e i 64 anni con un lavoro è cresciuta fino al 61,4%, due punti in più rispetto al valore del 2020, mentre in Lombardia si è incrementata solo dell’1,7%. All’inizio del 2022 il tasso di occupazione del Lazio era dunque superiore a quello pre-pandemico.