L'importanza dell'Educazione Finanziaria

L'importanza dell'Educazione Finanziaria
21-07-2021

L’educazione finanziaria può essere concepita come un processo di crescita per l’individuo e per la società. 
Secondo l’OCSE l’Educazione finanziaria è “un processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base e attraverso istruzioni, informazioni, consigli, sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate”.
A che punto è l’Italia?
Secondo il Rapporto 2018 del “Programme for international student assessment” dell’OCSE, nell’ambito della financial literacy, ossia della comprensione dei concetti e dei rischi finanziari, ai cittadini italiani di quindici anni di età è stato attribuito un punteggio medio di 476, inferiore a quello della media degli altri Paesi della stessa area, pari a 505 punti.
In base ai risultati della seconda Indagine della Banca d’Italia sull’Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani (IACOFI), il livello medio nel 2020 è pari a 11,2, in una scala che va da 1 a 21, sostanzialmente in linea con il valore rilevato nel 2017.
Emergono anche forti disparità sulla base del genere, del ruolo professionale e della distribuzione territoriale.
In questo contesto, lo sviluppo delle competenze tecniche e della cultura finanziaria è uno strumento fondamentale sia sotto il profilo formativo dei giovani in età scolare, sia sotto il profilo educativo della collettività in età adulta.
Anche per questo motivo è stato presentato un disegno di legge che prevede l’inserimento dell’educazione finanziaria tra le materie oggetto dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica.
L’educazione finanziaria può anche essere considerata come uno strumento per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e un canale significativo finalizzato alla realizzazione di una società più equa e inclusiva.
Più in generale, disporre di buone conoscenze finanziarie, assicurative e previdenziali può fare la differenza.
Infatti, i risparmiatori dotati di alfabetizzazione finanziaria registrano rendimenti annuali superiori, perché più in grado di controllare le proprie possibilità di spesa, di porre in essere una progettualità economica, di evitare prodotti costosi e complicati, individuare il corretto livello di rischio del portafoglio di risparmio e, di conseguenza, meno soggetti alla c.d. “ansia finanziaria” (la complessità del panorama finanziario richiede scelte non impulsive, guidate da razionalità, da un’analisi attenta dei dati disponibili).
La parola chiave deve essere: conoscenza.
Quest’ultima è importante per un investitore anche in merito a se stesso e alle proprie emozioni.
Gli antichi greci, sul tempio di Apollo a Delfi, leggevano il celebre motto: “Conosci te stesso”, nella cultura dell’epoca collegato ad un altro precetto: la cura del sé, quello che Epitteto formulava come la pratica per diventare “guardiani di sé stessi”. 
E anche nella relazione con un consulente finanziario è proprio questa condizione di consapevolezza che il cliente dovrebbe avere, poiché rappresenta la base per una buona gestione delle sue finanze e dei suoi patrimoni.
Ovviamente, questo non esonera gli operatori finanziari dal comportarsi in maniera corretta con la clientela e non esonera le autorità dal sanzionare comportamenti truffaldini e sleali.
Non a caso, nella nostra Costituzione leggiamo, all’art. 47, che la Repubblica incoraggia e tutela il Risparmio in tutte le sue forme

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