L'inflazione italiana: una situazione sotto controllo rispetto all'Eurozona

L'inflazione italiana
13-11-2024

A ottobre, secondo i dati diffusi da Eurostat, l'Italia ha registrato un aumento dell'inflazione dell'1% su base annua, come indicato dall'IPCA italiano (Indice dei Prezzi Armonizzato per i Paesi dell'Unione Europea). Si tratta di un solo decimale in più rispetto all'inflazione registrata dall'Istat con un metodo leggermente diverso (Indice NIC), ma il risultato non cambia: il tasso di inflazione nel nostro Paese si conferma uno dei più bassi nell'intero contesto dell'Eurozona, dove l'inflazione media ha raggiunto il 2%.   Solo in alcune piccole economie l'inflazione è stata minore, ad esempio in Lussemburgo, Irlanda, Lituania e Slovenia. Le principali economie dell'Area, ovvero (oltre all'Italia) Francia, Spagna e Germania, hanno tutte visto incrementi decisamente maggiori, rispettivamente dell'1,5%, dell'1,8% e del 2,4%. I tassi di inflazione più alti sono invece stati registrati in Belgio e in Estonia, +4,7% e +4,5%.

In quasi tutti i casi si è verificata una leggera ripresa dell'inflazione rispetto a settembre, quando nell'Eurozona i prezzi erano saliti solo dell'1,7%, il tasso di crescita più basso dall'inizio della fiammata inflazionistica del 2022-2023. È stato soprattutto il dato tedesco a trainare in alto quello medio europeo: in Germania, infatti, da settembre a ottobre l'inflazione è cresciuta dall'1,8% al 2,4%, contro il +2,1% previsto dagli analisti. In confronto, l'incremento italiano (dallo 0,7% all'1%) appare più modesto e, soprattutto, tale da lasciare comunque il tasso di inflazione italiano al di sotto del target del 2% stabilito dalla BCE.
  
Il balzo del costo dei prodotti alimentari
Per quanto riguarda il nostro Paese il maggior contributo all'aumento dei prezzi in ottobre è stato dato dai prodotti alimentari, i quali hanno visto un'inflazione del 2,7%, quasi doppia rispetto al +1,4% di settembre. In particolare, i prezzi dei prodotti freschi (carne, pesce, frutta e verdure fresche) hanno fatto un balzo del 2,9% in un solo mese e del 3,6% in un anno. Questo dato mette in evidenza un aumento della pressione su beni essenziali per i consumatori. Al contrario, l'energia continua a fornire un contributo negativo al tasso complessivo di inflazione, con una riduzione dello 0,5% mensile e del 9,1% annuale.

Anche in Germania i prezzi dei prodotti alimentari hanno subìto un forte aumento, crescendo del 3,3% rispetto a ottobre 2023, molto più di quanto avessero fatto il mese prima (+2,6%). A differenza che in Italia, però, in Germania anche l'energia ha contribuito ai maggiori rincari, dal momento che i prezzi al consumo delle diverse fonti energetiche sono aumentati dello 0,4% sul mese precedente, pur mantenendosi in calo su base annua (-5,4%). È per questo che l'incremento dell'inflazione tedesca è stato maggiore di quello medio dell'Eurozona, oltre che di quello italiano.

Al momento le previsioni della BCE sono per una permanenza dell'inflazione intorno al target europeo del 2% nel corso del 2025. Un incremento oltre questi livelli metterebbe in dubbio il processo di riduzione dei tassi di interesse da poco avviatosi, particolarmente importante per la ripresa dell'economia europea.