A ottobre, secondo i dati diffusi da Eurostat, l'Italia ha registrato un aumento dell'inflazione dell'1% su base annua, come indicato dall'IPCA italiano (Indice dei Prezzi Armonizzato per i Paesi dell'Unione Europea). Si tratta di un solo decimale in più rispetto all'inflazione registrata dall'Istat con un metodo leggermente diverso (Indice NIC), ma il risultato non cambia: il tasso di inflazione nel nostro Paese si conferma uno dei più bassi nell'intero contesto dell'Eurozona, dove l'inflazione media ha raggiunto il 2%. Solo in alcune piccole economie l'inflazione è stata minore, ad esempio in Lussemburgo, Irlanda, Lituania e Slovenia. Le principali economie dell'Area, ovvero (oltre all'Italia) Francia, Spagna e Germania, hanno tutte visto incrementi decisamente maggiori, rispettivamente dell'1,5%, dell'1,8% e del 2,4%. I tassi di inflazione più alti sono invece stati registrati in Belgio e in Estonia, +4,7% e +4,5%.
In quasi tutti i casi si è verificata una leggera ripresa dell'inflazione rispetto a settembre, quando nell'Eurozona i prezzi erano saliti solo dell'1,7%, il tasso di crescita più basso dall'inizio della fiammata inflazionistica del 2022-2023. È stato soprattutto il dato tedesco a trainare in alto quello medio europeo: in Germania, infatti, da settembre a ottobre l'inflazione è cresciuta dall'1,8% al 2,4%, contro il +2,1% previsto dagli analisti. In confronto, l'incremento italiano (dallo 0,7% all'1%) appare più modesto e, soprattutto, tale da lasciare comunque il tasso di inflazione italiano al di sotto del target del 2% stabilito dalla BCE.
Il balzo del costo dei prodotti alimentari
Per quanto riguarda il nostro Paese il maggior contributo all'aumento dei prezzi in ottobre è stato dato dai prodotti alimentari, i quali hanno visto un'inflazione del 2,7%, quasi doppia rispetto al +1,4% di settembre. In particolare, i prezzi dei prodotti freschi (carne, pesce, frutta e verdure fresche) hanno fatto un balzo del 2,9% in un solo mese e del 3,6% in un anno. Questo dato mette in evidenza un aumento della pressione su beni essenziali per i consumatori. Al contrario, l'energia continua a fornire un contributo negativo al tasso complessivo di inflazione, con una riduzione dello 0,5% mensile e del 9,1% annuale.
Anche in Germania i prezzi dei prodotti alimentari hanno subìto un forte aumento, crescendo del 3,3% rispetto a ottobre 2023, molto più di quanto avessero fatto il mese prima (+2,6%). A differenza che in Italia, però, in Germania anche l'energia ha contribuito ai maggiori rincari, dal momento che i prezzi al consumo delle diverse fonti energetiche sono aumentati dello 0,4% sul mese precedente, pur mantenendosi in calo su base annua (-5,4%). È per questo che l'incremento dell'inflazione tedesca è stato maggiore di quello medio dell'Eurozona, oltre che di quello italiano.
Al momento le previsioni della BCE sono per una permanenza dell'inflazione intorno al target europeo del 2% nel corso del 2025. Un incremento oltre questi livelli metterebbe in dubbio il processo di riduzione dei tassi di interesse da poco avviatosi, particolarmente importante per la ripresa dell'economia europea.
L'inflazione italiana: una situazione sotto controllo rispetto all'Eurozona
13-11-2024