Per l’Ocse l’Italia crescerà dello 0,6% quest’anno, Spagna sempre da record

Per l’Ocse l’Italia crescerà dello 0,6% quest’anno, Spagna sempre da record
02-10-2025

Quest’anno sono poche le differenze tra le previsioni sulla crescita del Pil del Governo italiano e quelle di organismi e agenzie internazionali. Le prime anticipazioni sul Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) parlano di un incremento del prodotto interno lordo dello 0,5% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, mentre il recente Outlook dell’Ocse ne vede uno dello 0,6% per entrambi gli anni; più fiducioso Standard & Poor’s, che prevede una crescita dello 0,6% quest’anno e dello 0,8% il prossimo.
 
La novità è che per una volta le stime del Ministero dell’Economia sono meno ottimiste di quelle che provengono dall’estero. Il divario che divide le previsioni governative da quelle dell’Ocse e di S&P è di appena un decimale (comunque non poco, se si riflette sulle cifre sulle quali tali percentuali vanno applicate).

Va tuttavia considerato che la popolazione italiana è in calo, e quindi l’aumento del prodotto lordo a livello pro capite è in realtà superiore. Non vale lo stesso per la maggioranza degli altri Paesi, che però spesso godono di una crescita superiore. È il caso degli Stati Uniti, il cui Pil, secondo l’Ocse, salirà quest’anno dell’1,8%, lo 0,2% in più rispetto alle previsioni di giugno, ma un punto in meno rispetto alla crescita del 2024, e dell’1,5% nel 2026. Il rallentamento americano è causato, secondo l’Ocse, dalle conseguenze dei dazi e dalla diminuzione dell’immigrazione, fattori compensati dalla crescita degli investimenti tecnologici.

Pil mondiale: +3,2% nel 2025, bene l’Argentina, stop della Russia 
Se nel 2025 gli Usa dovrebbero rallentare, l’Eurozona accelera: dovrebbe vedere un incremento del Pil dell’1,2%, contro uno dello 0,8% nel 2024, soprattutto grazie alla ripresa della Germania. Dopo una recessione dello 0,5% l’anno scorso, l’economia tedesca potrebbe crescere dello 0,3% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026 grazie alla maggiore spesa pubblica, anche nella difesa. In direzione opposta va la Francia, il cui Pil quest’anno dovrebbe aumentare di mezzo punto percentuale in meno rispetto al 2024, ovvero dello 0,6%, come l’Italia. Tuttavia, a differenza del nostro Paese, la popolazione francese è tutt’oggi in aumento (di circa 200mila persone all’anno) e di conseguenza la crescita pro capite transalpina è inferiore a quella italiana.

Come già gli anni scorsi, a migliorare i dati europei medi sono quelli provenienti dalla Spagna: l’economia iberica dovrebbe crescere del 2,6% nel 2025, meno del 3,2% dello scorso anno ma molto più della media del Continente, e lo stesso dovrebbe accadere nel 2026, quando il Pil salirà del 2%. 

A livello mondiale secondo l’Ocse la crescita sarà quest’anno del 3,2%, non molto diversa dall’anno scorso, e sarà trainata da una lieve accelerazione dell’economia indiana, +6,7% (+6,5% nel 2024) e dalla ripresa di alcune economie come quella argentina, che vedrà un’espansione del 4,5%, dopo la recessione degli anni scorsi. In compenso, la Russia registrerà un netto ridimensionamento, passando da una crescita del 4,3% nel 2024 a una dell’1% quest’anno. 

Nel 2026, invece, l’economia mondiale dovrebbe crescere meno che quest’anno, del 2,9%, con l’Italia che sarà il fanalino di coda dell’Europa. È bene però ricordare come queste siano semplici stime, soggette a revisioni - anche importanti - con il passare del tempo: ne abbiamo avuto un esempio alcuni giorni fa, con le stime Istat di crescita dell’economia italiana nel 2023, riviste ex post al rialzo dallo 0,7% all’1%. C’è insomma speranza che nei prossimi anni l’Italia possa tornare a stupire in positivo.