Nel giugno scorso la differenza tra le esportazioni e le importazioni italiane, ovvero il saldo commerciale, ha raggiunto i 5 miliardi e 278 milioni di euro, un valore che non veniva toccato dall’aprile del 2021.
Il dato è frutto della riduzione delle importazioni che sono scese a 46 miliardi e 826 milioni di euro, una cifra che non si leggeva dalla fine del 2021. Come mai? Il motivo è il crollo dei prezzi dell’energia (dopo i rialzi senza precedenti della seconda metà del 2022). Basti dire che a giugno 2023 il costo degli acquisti di gas, petrolio e altri carburanti dall’estero è sceso a 5 miliardi e 781 milioni, contro i 14 miliardi e oltre di luglio, agosto e settembre dell’anno scorso.
Quindi, a differenza di quanto avvenuto in passato, il miglioramento del saldo commerciale non è dovuto ad un aumento delle esportazioni. Infatti quelle di giugno sono ammontate a 52 miliardi e 104 milioni di euro, una cifra maggiore di quella di aprile e maggio ma inferiore, per esempio, a quella di giugno 2022. Vanno considerati anche qui, comunque, gli effetti della riduzione dei prezzi alla produzione che si è verificata grazie al calo delle tariffe energetiche: questa ha provocato una diminuzione anche del valore di ciò che l’Italia ha venduto nel resto del mondo.
In ogni caso una certa frenata dell’export in alcuni settori è visibile, soprattutto osservando i dati per trimestre. Nel primo e secondo trimestre del 2023 risulta in decremento quello dei metalli di base e dei prodotti in metallo, non avendo raggiunto in nessuno dei due il valore di 18 miliardi. Nel primo e secondo trimestre 2022, invece, le vendite all’estero erano arrivate rispettivamente a 18,3 e a 20,4 miliardi di euro.
Bene l’export di mezzi di trasporto tra aprile e giugno
Il calo delle esportazioni ha riguardato anche il settore chimico e quello degli articoli in gomma e materie plastiche. Positivo, invece, il dato del settore farmaceutico: nel primo trimestre le vendite all’estero sono arrivate a 14 miliardi e 39 milioni. Per quanto riguarda il secondo trimestre sono positivi i numeri del settore dei mezzi di trasporto che hanno fruttato 19 miliardi e 407 milioni di introiti, 4 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Secondo l’Istat i maggiori contributi alla variazione dell’export nel giugno 2023 sono arrivati dalle vendite di articoli farmaceutici e chimico-medicinali verso gli Stati Uniti e dall’export di autoveicoli verso la Germania.
Non è però la Germania il Paese verso cui migliorano di più le nostre esportazioni nella prima metà del 2023; meglio hanno fatto Regno Unito e Svizzera (+1 miliardo e 190 milioni le vendite), la Francia (+1 miliardo e 753 milioni) e la Spagna (+920 milioni). Per quanto riguarda i Paesi extraeuropei aumenta di molto (quasi 3,5 miliardi) l’export italiano verso la Cina, che è da attribuire al boom delle vendite di una sostanza medicinale, e verso Stati Uniti, 1 miliardo e 685 milioni.
Queste crescite servono anche a compensare la riduzione delle esportazioni verso altre destinazioni, come la Russia, verso la quale le vendite nel primo semestre del 2023 sono diminuite del 17,8% rispetto allo stesso periodo del 2022.