Nel 2024 in Italia c'è stata la crescita più alta dei redditi reali da inizio secolo

Nel 2024 in Italia c'è stata la crescita più alta dei redditi reali da inizio secolo
20-06-2025

Dopo un periodo di forti perdite di potere d'acquisto, nel 2024 gli italiani hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Il reddito disponibile aggregato delle famiglie è finalmente salito in termini reali, ovvero al netto dell'inflazione, segnando una crescita dell'1,3%. Se escludiamo circostanze eccezionali, come il rimbalzo del 2021, dovuto alle riaperture dopo i lockdown pandemici, si tratta dell'incremento maggiore dal 2002.

Come sottolinea Banca d'Italia nella sua relazione annuale, questo aumento arriva dopo la crescita zero del 2023 e il calo dello 0,6% del 2022. Prima del Covid ad aumenti risicati, inferiori all'1%, si sono alternate diminuzioni anche pesanti. Per esempio: nel 2019 i redditi disponibili reali sono saliti solo dello 0,1%, nel 2018 dello 0,9%, mentre l'anno migliore dello scorso decennio è stato il 2016, +1,2%. Era però solo un parziale recupero della lunga serie di segni meno che hanno caratterizzato l'andamento del potere d'acquisto degli italiani tra 2008 e 2013, culminato nel 2012 con un crollo del 4,8%, superiore anche a quello del 2020. Il periodo precedente, tra 2002 e 2008, infine, aveva visto anch'esso una crescita annuale dei redditi reali inferiore all'1%.

È proprio la forte riduzione del carovita, mediamente solo dell'1% nel 2024, ad avere determinato l'anno scorso un aumento più sostenuto del solito del potere d'acquisto. La crescita dei prezzi, dopo un'inflazione media dell'8,1% nel 2022 e del 5,7% nel 2023, è stata contenuta nel 2024, mentre il recupero salariale è continuato a ritmi significativi e, anzi, ha accelerato. La crescita delle retribuzioni orarie, del 3,1%, è stata infatti superiore a quella del 2023, +2,9%.

I redditi dei dipendenti sono saliti più di quelli degli autonomi e delle rendite
Il risultato è stato un aumento del 5% dei redditi lordi da lavoro dipendente a livello aggregato, provocato sia dall'incremento dei salari che da quello del numero dei lavoratori. È stato di poco più basso del +5,2% del 2023, quando l'occupazione era salita ancora di più, ma, come si è visto, a differenza dell'anno prima, l'inflazione nel frattempo è crollata all'1%. Una crescita così ampia dei redditi dei dipendenti in presenza di un carovita così basso è una novità negli ultimi due decenni: nel 2024 è stata superiore anche a quella delle prestazioni sociali e dei trasferimenti, ovvero pensioni e sussidi, che pure è stata significativa, +4,1%, anche e soprattutto in conseguenza del costante aumento dei pensionati.

Come spesso avvenuto in precedenza, l'incremento dei redditi dei dipendenti ha superato anche l'aumento di quelli degli autonomi, che è stato solo dell'1%, a causa della riduzione delle partite Iva e della crisi di alcuni settori come, per esempio, il commercio. Hanno visto una forte decelerazione anche i redditi aggregati da proprietà, cioè in sostanza le rendite, come gli affitti, le cedole da titoli e i dividendi azionari o d'impresa: sono cresciuti dell'1,6%, contro il +8,8% del 2023. Hanno pagato direttamente la riduzione dell'inflazione (e quindi dei tassi) e dei profitti.

I dati positivi del 2024, tuttavia, non sono bastati a recuperare i danni provocati dalla fiammata inflazionistica del 2022-2023. Banca d'Italia fa notare come le retribuzioni reali del settore privato siano rimaste dell'8,4% più basse rispetto a quelle del 2021, mentre il potere d'acquisto complessivo delle famiglie alla fine dell'anno scorso sia stato ancora inferiore al picco toccato tre anni prima. Il 2025 è a maggior ragione decisivo: ci avvicineremo un po' di più al tenore di vita degli anni scorsi?