
Alla fine di quest’anno la crescita della spesa privata, che include sia quella dei residenti che dei turisti, risulterà doppia rispetto a quella del 2024: +1% in termini reali, contro il +0,5% del 2024 e lo zero dei tre anni tra il 2020 e il 2023. Sono le stime di Confcommercio, secondo le quali quest’anno l’aumento dei consumi supererà quello del Pil, che dovrebbe crescere dello 0,7%.
In base a queste previsioni, la spesa per consumi sarà di 22.114 euro a testa, contro i 21.875 euro dell’anno scorso (espressi ai prezzi del 2025): un incremento di 239 euro pro capite. Una parte importante di tale incremento consisterà nei maggiori consumi legati alla casa, che cresceranno di 105 euro: le spese per affitti, bollette, mobili ed elettrodomestici rappresenteranno insomma ben il 43,9% dei consumi aggiuntivi degli italiani nel 2025. Si spenderanno poi 86 euro in più per trasporto e comunicazione (inclusi, quindi, gli smartphone).
In termini relativi, però l’incremento annuale maggiore, secondo Confcommercio, sarà quello dei consumi in viaggi e vacanze, che saliranno mediamente di 38 euro a testa, da 740 a 778 euro, ma in percentuale del 5%, dopo una crescita notevole, del 4,5%, anche nel 2024. Viceversa, come già accaduto lo scorso anno, si ridurrà ancora la spesa in abbigliamento e calzature, che passerà da 1.121 a 1.115 euro a testa.
Le spese degli italiani sono ancora inferiori a quelle del 2007
Nel complesso, sottolinea Confcommercio, cresce l’entità e il peso di quelli che vengono definiti come consumi obbligati, ovvero effettuati non tanto per scelta ma per necessità. Si tratta di affitti, utenze, spese di manutenzione della casa, ma anche, per esempio, dell’abbonamento per i trasporti e della benzina, assicurazioni e sanità. Quest’anno raggiungeranno, secondo queste stime, i 9.343 euro, 153 euro in più rispetto al 2024, e rappresenteranno il 42,2% di tutti i consumi, contro il 41,9% dell’anno scorso, il 41,2% del 2019 e il 37% del lontano 1995.
In questi 30 anni, secondo Confcommercio, molto è cambiato: la riduzione del peso dei beni non obbligati è stata dovuta soprattutto alla diminuzione della quota dedicata ai beni alimentari, scesa dal 17,6% al 15,4%, e di quella della voce della cura di sé, abbigliamento incluso, che ha visto un calo dal 23,2% al 20,5%. Non basta a compensare i minori acquisti di cibo e vestiti l’incremento dei consumi presso bar e ristoranti, passati in 30 anni dal 6,1% al 7,7%, e per viaggi e vacanze, saliti dal 2,4% al 3,5%.
Perlomeno, però, tutti i consumi, non solo quelli obbligati, hanno visto un incremento tra 1995 e 2025, anche al netto dell’inflazione. Tuttavia, se il confronto è con il 2007, prima della Grande Recessione, la spesa privata di quest’anno rimane ancora inferiore di 220 euro, che diventano, però, 426 nel caso degli alimentari e delle bevande e, sorprendentemente, 1.067 in quello di energia, gas e carburanti, nonostante i forti aumenti dei prezzi dei beni energetici verificatisi negli ultimi anni.