
Buone notizie per la seconda regione più popolosa d'Italia. A differenza che nel 2023, quando il prodotto interno lordo del Lazio era cresciuto solo dello 0,5% (meno del +0,7% nazionale) l'anno scorso il Pil è aumentato dello 0,9%, due decimali più della media italiana. Secondo l'analisi della Banca d'Italia è nella seconda parte del 2024 che c'è stata l'accelerazione che ha permesso al Lazio di superare la media italiana. E questo soprattutto grazie alle buone performance di due componenti della domanda aggregata: esportazioni e spesa pubblica.
L'export delle aziende laziali lo scorso anno è cresciuto dell'8,5% (nel 2023 era calato del 9,8%) e si tratta di un aumento che va in controtendenza rispetto alla diminuzione dello 0,4% a livello nazionale. A trainare le esportazioni è stato il settore farmaceutico, salito di ben il 21,6%, contro il +9,5% medio italiano: le vendite all'estero di medicinali dal Lazio, soprattutto verso gli Usa, hanno rappresentato il terzo singolo contributo maggiore all'export italiano del 2024, dopo l'oro e i farmaci toscani. Bene anche i settori dei computer, apparecchi elettronici e apparecchiature elettriche, con incrementi in doppia cifra e molto superiori al dato nazionale, così come le vendite di prodotti alimentari, +21,5%, contro il +7,9% italiano.
Sul versante della spesa pubblica il Pnnr ha contribuito alla crescita grazie a un coinvolgimento delle aziende laziali maggiore di quello delle altre imprese italiane. Tra il 2022 e il 2024, infatti, le società di capitali del Lazio interessate da incentivi, forniture o appalti esprimevano il 30% del fatturato e il 44% del valore aggiunto regionale, mentre in Italia mediamente queste due percentuali erano del 21% e del 25%. In altre parole, nel Lazio una quota maggiore di imprese ha saputo trarre beneficio dai fondi resi disponibili tramite il programma Pnrr: anche da qui la crescita più robusta rispetto alla media italiana nel 2024.
Il tasso di occupazione laziale ha raggiunto il 64,2%
L'economia del Lazio vede performance migliori di quelle italiane anche nel mercato del lavoro. Se nel 2020 quest'ultimo aveva subìto una crisi più profonda di quella del resto del Paese e nel 2021 il rimbalzo era stato più deludente, nel 2024 il tasso di occupazione regionale ha raggiunto il 64%, segnando un progresso di 4,2 punti percentuali rispetto al 59,8% del 2021, mentre quello italiano nello stesso periodo è aumentato del 4%. Anche l'anno scorso l'incremento, dello 0,8%, è stato maggiore di quello medio nazionale, dello 0,7%.
In particolare tra 2021 e 2024 nel Lazio c'è stata una crescita dell'occupazione superiore a quella italiana per alcuni segmenti di età cruciali e molto ampi, quelli di mezzo: la percentuale di lavoratori tra i 35 e i 44 anni è aumentata del 4,3%, contro il +3,4% italiano, mentre il tasso di occupazione dei 45-54enni è salito del 6,1%, ben due punti in più di quanto registrato a livello nazionale; ma la crescita per quest'ultima fascia di età diventa dell'8% se si guarda al caso del lavoro femminile.
Considerando invece unicamente il lavoro maschile, i progressi laziali sono molto superiori a quelli medi italiani nel caso dei lavoratori 35-44enni, che hanno visto il tasso di occupazione salire di ben il 6,2%, a fronte di un incremento del 3,3% dei coetanei di tutta Italia. Questo è vero soprattutto per i diplomati, che in media nel Paese hanno goduto di miglioramenti occupazionali inferiori a quanto registrato per il Lazio.
Come andrà il 2025? Secondo Banca d'Italia da un lato c'è l'incognita dei nuovi dazi americani, che tuttavia escludono i prodotti farmaceutici (il 40% dell'export laziale negli Usa), dall'altro ci sono le attese sull'impatto del turismo, che si prospetta in aumento anche grazie al Giubileo. Riuscirà a fare crescere ancora il Lazio più del resto del Paese?