Dopo un periodo di crescita, l’export italiano ha subito una battuta d’arresto con un calo dell’1,1% nel valore delle esportazioni nel primo semestre del 2024. Ma probabilmente il dato più interessante è il ruolo del Mezzogiorno, che ha frenato questo declino grazie a una performance in controtendenza. Le aree economicamente più fragili del Paese hanno infatti visto un incremento delle vendite all’estero: il Sud ha registrato un +1,9% mentre le Isole hanno raggiunto un +7,3%. Guardando ai dati Istat emerge come le esportazioni delle regioni meridionali siano cresciute più di quelle del Centro-Nord anche rispetto al 2021 e al decennio precedente.
Tra gennaio e giugno del 2024, le regioni che hanno visto gli aumenti più significativi rispetto allo stesso periodo del 2023 sono state la Sardegna, +18,8%, la Calabria, +18%, e il Molise, +14,2%. Sebbene grandi variazioni siano più probabili in contesti economici più piccoli, anche le regioni più grandi hanno contribuito a questo trend positivo: la Campania, +8,8%, e la Sicilia, +1,8%.
Anche nella maggioranza delle regioni centrali troviamo dati positivi, con un aumento dell’8,7% in Toscana, del 6,8% in Umbria e del 6,7% nel Lazio. Tutti questi incrementi sono stati tuttavia più che compensati dal crollo avvenuto nelle Marche, -41,3%, che, da solo, è bastato a mandare in negativo persino il dato nazionale. Si tratta delle ricadute della riduzione delle vendite in Cina del Paxlovid, farmaco anti-Covid prodotto da Pfizer ad Ascoli Piceno.
Il commercio estero italiano si diversifica
Il primo semestre del 2024 ha segnato un importante svolta per l’export italiano, caratterizzato da una crescente diversificazione verso nuovi mercati. Tra i protagonisti di questa evoluzione spiccano le vendite di prodotti petroliferi raffinati dalla Sardegna e, soprattutto, di oro e gioielli dalla Toscana alla Turchia. L’export toscano verso il mercato turco, salito di ben il 275,8%, ha rappresentato il singolo contributo più rilevante nel commercio estero italiano.
Se tanto il crollo dell’export marchigiano quanto la forte domanda turca di prodotti da Sardegna e Toscana sono fenomeni di natura primariamente congiunturale, i numeri complessivi delle esportazioni italiane nel primo semestre 2024 si reggono anche su dinamiche di più lungo periodo: tra queste spicca la crescita del settore farmaceutico, della quale ha beneficiato in particolare il Mezzogiorno. Da qui viene il 20,4% delle vendite italiane di farmaci, una quota rilevante visto che in media Sud e Isole esprimono il 10,8% dell’export. Nel primo semestre del 2024, nelle regioni meridionali le esportazioni di questo comparto sono salite del 47,2%, con una punta del 54,6% in Campania.
Un altro elemento strutturale, ma negativo, è la debolezza dell’economia tedesca, che sta danneggiando in particolare le aree che più dipendono dall’import dalla Germania, nonché dalla domanda tedesca, ovvero quelle del Nord. Il calo del 6,7% dell’export verso Berlino ha fatto scendere la quota tedesca su tutte le esportazioni italiane dal 12,3% all’11,7% in un anno e, con essa, anche la quota Ue, passata dal 52,7% al 51,8%.
Viceversa, è salita l’importanza dei clienti extraeuropei: le vendite sono cresciute dell’11,1% verso i Paesi Opec, del 10,6% verso l’America Centro-meridionale, del 5,9% verso il Giappone e del 4,3% verso l’Asean (il Sud Est asiatico). Nella prima metà del 2024 si è avuta quindi una diversificazione del nostro commercio estero: anche questa è una delle ragioni dei dati positivi del Mezzogiorno, l’area d’Italia in cui già nel 2023 era maggiore la quota di export destinata ai Paesi extraeuropei.
Nel primo semestre del 2024 è il Mezzogiorno a guidare l’export italiano
26-09-2024