Pagamenti, il declino dei contanti e l'ascesa delle app

Pagamenti, il declino dei contanti e l'ascesa delle app
30-12-2024

Nell'Eurozona, i contanti sono sempre meno utilizzati: solo il 52% dei pagamenti presso i punti vendita è effettuato tramite essi, secondo il più recente report della Bce. Si tratta del 7% in meno rispetto al 2022 e del 27% in meno rispetto al 2016. Se guardiamo non al numero dei pagamenti ma al loro valore monetario, quelli in contanti valgono ancora meno, il 39% del totale, in riduzione rispetto al 54% di otto anni fa. La pandemia di Covid ha accelerato questa tendenza, che prosegue con forza.

A prevalere, come modalità di acquisto, sono le carte di debito (i nostri “bancomat”) e di credito con le quali, nel 2024, è stato fatto il 39% delle transazioni, che valgono il 45% dell'ammontare complessivo dei pagamenti, il 6% in più rispetto al 2016. In aumento, però, e a un ritmo molto sostenuto, sono anche altri strumenti, come le applicazioni mobile, con le quali è stato effettuato il 7% di tutti gli scambi pressi i punti vendita, calcolati in valore. Prima del Covid questa percentuale era solo dell'1%. Stabili, con l'8%, le altre modalità di pagamento, come le carte regalo, i punti fedeltà e gli assegni.

In Italia i contanti sono usati un po' più della media: nel 61% dei consumi presso i punti vendita, per un valore del 49% del totale scambiato. Se guardiamo a quest'ultima percentuale a superarci sono comunque diversi Paesi: Austria, Slovenia, Slovacchia, con il 56%, Malta, con il 54%, Lituania, con il 59%, Croazia, con il 51%, All'opposto nei Paesi Bassi e in Finlandia solo il 17% e il 28% del valore dei pagamenti è scambiato in contanti. Molto bassi, del 30% e del 34%, sono anche i numeri della Germania e della Francia.

Il 36% del valore dei pagamenti è scambiato online, il doppio rispetto al 2019 
Questi dati si riferiscono ai soli acquisti presso i punti vendita, che però sono sempre più spesso sostituiti da quelli online. Nell'Eurozona i pagamenti effettuati su internet rappresentano ormai il 21% dei consumi correnti (escludendo, per esempio, l'acquisto di immobili) e il 36% del valore di questi, ovvero il doppio rispetto al 2019. L'Italia, in questo caso, supera la media, con il 38%, mettendo a segno una crescita di ben il 22% in cinque anni.

Questo non significa, però, che le carte di debito e di credito stiano monopolizzando il mercato dei pagamenti, anzi. Meno di metà degli scambi online, il 48%, avviene attraverso carte, il 47% se consideriamo il valore degli acquisti, il 5% in meno rispetto al 2019. In pochi anni hanno assunto importanza strumenti in precedenza di nicchia, se non inesistenti: tra 2019 e 2024, per esempio, è cresciuta dal 3% all'8% la quota di pagamenti online (calcolata in termini di valore) effettuata attraverso l'addebito diretto. Dalle bollette agli abbonamenti a giornali o a piattaforme di streaming, sempre più denaro viene speso con questa modalità. Nel 4% dei casi viene utilizzato, invece, il pagamento istantaneo, per esempio attraverso bonifico, uno strumento prima neanche censito dalla Bce. Allo stesso tempo è sempre più ampia, raggiunge il 26%, la percentuale di acquisti che avviene attraverso le soluzioni di E-payment, cioè le applicazioni, prevalentemente mobile, spesso usate anche per gli acquisti presso i punti vendita.

Il mercato dei pagamenti è più dinamico che mai, con strumenti sempre più diversificati per rispondere alle esigenze dei consumatori. Il futuro dei pagamenti punta su efficienza, flessibilità e innovazione, lasciando ai contanti un ruolo sempre più marginale.