L’economia italiana l’anno scorso è cresciuta del 3,9%. L’Istat, nella sua recentissima stima preliminare, in cui analizza i numeri del quarto trimestre del 2022, convalida quella immediatamente precedente, di ottobre. Conferma, quindi, quella tendenza al miglioramento delle previsioni che si era osservata nella seconda metà dell’anno.
A giugno, infatti, l’Istituto di statistica riteneva che il nostro prodotto interno lordo non sarebbe potuto aumentare di più del 2,8% nel corso dell’anno. I numeri del terzo trimestre, che delineavano una crescita congiunturale del 0,5%, avevano poi smentito tale stima, e ora quelli del quarto vanno nella stessa direzione.
Certo, il Pil negli ultimi tre mesi dell’anno è diminuito dello 0,1%, ma questo era ampiamente previsto, a causa dell’impatto del caro energia e dell’inflazione sui consumi e l’economia reale. Tuttavia questo calo di un decimale corrisponde a un incremento tendenziale, ovvero annuo, dell’1,7% rispetto al quarto trimestre del 2021, e tali numeri sono compatibili con l’aumento complessivo di quasi il 4% per tutto il 2022.
Ad avere subìto una riduzione tra settembre e dicembre scorsi è stato il valore aggiunto dell’industria e dell’agricoltura, che sono stati colpiti più duramente dai rincari dei prezzi del gas e del petrolio, ma non quello dei servizi Che ha continuato a crescere come nei trimestri precedenti.
Il dato più importante, però, è quello sul 2023. L’Istat afferma che la variazione acquisita per il 2023 è già del 0,4%. Che cosa vuol dire? Significa che anche se l’economia non si espandesse affatto nel corso di quest’anno, se vi fosse crescita zero, il Pil italiano si incrementerebbe comunque dello 0,4% rispetto al 2022. Già nel report sulle “Prospettive per l’economia italiana nel 2022-2023” di dicembre l’Istituto di statistica parlava di una crescita proprio dello 0,4% per tutto il 2023 e perciò basterebbe anche un modesto incremento nei prossimi mesi per fare meglio delle previsioni.
Anche i dati del FMI sono positivi, le previsioni sul PIL italiano migliorano più di quelle sui nostri vicini
Questi dati sono stati pubblicati dall’Istat quasi in contemporanea con quelli del Fondo Monetario Internazionale, che sono ugualmente positivi. Se a ottobre 2022 aveva pronosticato un’Italia in recessione nel 2023 (Pil a -0,2%), oggi vede un’Italia in crescita dello 0,6%: la stessa percentuale della Nota di Aggiornamento al DEF del nostro Governo e dell’ultimo bollettino di Banca d’Italia. Si tratta di un miglioramento delle previsioni dello 0,8%, nettamente superiore a quello dei nostri vicini europei.
L’area Euro, infatti, crescerà secondo il Fondo Monetario dello 0,7%, solo due decimali in più di quanto era previsto nel precedente Outlook. La Germania godrà di un aumento del Pil del 0,1%, lo 0,4% in più rispetto al -0,3% di ottobre, mentre per la Francia non cambia nulla: la sua economia si espanderà dello 0,7%, come già preventivato tre mesi fa.
Degno di nota, poi, è il peggioramento delle stime riguardanti il Regno Unito: sarà l’unico grande Paese a finire in recessione, visto che il suo prodotto interno lordo scenderà del 0,6% mentre in precedenza la previsione era di un aumento del 0,3%. Nel 2024 per il Fmi dovremmo invece crescere del 0,9%, e in questo caso il ritardo rispetto al dato dell’Eurozona (+1,6%) dovrebbe essere più sostanzioso, ma la storia recente ci ha insegnato come tali pronostici siano da prendere con le (grandi) pinze.