Si allarga la distanza tra le previsioni del Governo sulla crescita dell’economia italiana e quelle degli organismi internazionali. Alla pubblicazione della Nota di Aggiornamento al Def (NaDef) aveva destato alcune polemiche la stima dell’esecutivo di un aumento del Pil dell’1,2% nel 2024, in quanto decisamente superiore a quella della Commissione Europea, la quale si aspetta per l’anno prossimo una crescita limitata allo 0,8%. A distanza di due settimane è giunta anche la previsione del Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale la crescita del Pil italiano si attesterà allo 0,7% sia nel 2023 che nel 2024.
Si tratta quindi di una revisione al ribasso non solo rispetto ai numeri del Governo, ma anche a quelli della Commissione Europea. Tale revisione, tra l’altro, riguarda anche il 2023, anno per il quale Bruxelles aveva stimato un aumento del Pil dello 0,9% e il nostro Governo dello 0,8%. La distanza maggiore dalle cifre dell’esecutivo rimane comunque quella sul 2024, pari a mezzo punto percentuale e corrispondente a circa 10 miliardi di euro.
Non solo: si confermano e si approfondiscono i divari con gli altri Paesi europei e occidentali. Mediamente, infatti, secondo il Fmi le economie avanzate dovrebbero crescere dell’1,5% quest’anno e dell’1,4% il prossimo. Si tratta di un aumento trainato soprattutto dalle buone performance degli Stati Uniti (+2,1% nel 2023 e +1,5% nel 2024), ma anche da quelle del Giappone (+2% e +1%) e della Spagna, che godrà di un aumento del Pil di ben il 2,5% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024. Più lusinghieri sono anche i numeri della Francia, +1% quest’anno e +1,3% il prossimo.
Cresciamo meno degli altri Paesi avanzati ma i numeri cambiano se consideriamo i dati pro capite
Al contrario la Germania chiuderà il 2023 in recessione, a causa di una discesa dello 0,4% (dalla previsione precedente di -0,5%) del proprio prodotto interno lordo, il quale dovrebbe tuttavia tornare in crescita, dell’1,3% (dal precedente 0,9%), nel 2024. Fuori dall’Europa è confermato il sorpasso dell’India sulla Cina in termini di percentuali di crescita del Pil: l’economia del Subcontinente vedrà un’espansione del 6,3% sia quest’anno che il prossimo, mentre quella cinese rispettivamente una del 5% e del 4,2%. Nel 2024 anche l’Africa Subsahariana godrà di un buon incremento del Pil, per la precisione del 4%, così come in generale i Paesi a basso reddito e in via di sviluppo, in cui mediamente la crescita sarà del 5,1%.
Tuttavia, nel giudicare questi dati, è importante tenere conto anche dell’andamento demografico dei paesi presi in considerazione. Questo perché dal confronto tra crescita del Pil e crescita della popolazione è possibile ricavare la misura del Pil pro capite, indicatore importante (sebbene non esaustivo) per la misurazione del reale benessere economico di un paese. Nel caso dell’Italia, visto l’attuale trend di diminuzione della popolazione, il pur risicato aumento del Pil previsto per l’anno corrente e per il prossimo si traduce in una crescita del Pil pro capite complessivamente in linea con quella degli altri paesi europei. Nel 2024, per esempio, il dato italiano in questione dovrebbe registrare un aumento dell’1%, identico a quella degli Usa, dove invece il numero di abitanti continua a salire, e maggiore di quello tedesco (+0,9%) e di quello inglese (+0,2%).
Tali livelli di crescita della ricchezza pro capite in Italia possono a prima vista sembrare un risultato rassicurante, ma difficilmente possono risultare particolarmente rosee le prospettive di un paese in cui la popolazione da anni è in diminuzione e l’età media sempre più alta. Un andamento demografico di questo tipo deve essere motivo di preoccupazione per il futuro della crescita economica del Paese.