È un panorama positivo quello che emerge dall’ultima indagine di Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane, soprattutto perché mostra, dati alla mano, che i divari stanno diminuendo, con una chiara inversione di tendenza rispetto ai trend storici per quanto riguarda i redditi (esclusi quelli da capitale finanziario).
Se tra il 1982 e il 2002 i redditi delle famiglie appartenenti al 10% più povero erano cresciuti meno della media, +201,2% contro +233,2%, dal 2002 al 2022 è accaduto l’opposto: sono aumentati del 21,5%, mettendo a segno un incremento maggiore di quello medio, attestatosi invece su un +19,9%. Questa dinamica si conferma anche nel confronto decennale, tra 2012 e 2022, oppure considerando il periodo tra il 2016 e il 2020.
Confrontiamo adesso questi dati con quelli di chi si trova nel nono decile della ricchezza (cioé coloro che sono più ricchi dell’80% degli italiani, ma più poveri del 10% più facoltoso): ebbene, nei sei anni tra 2016 e 2022 i redditi relativi a questo percentile sono aumentati del 14,7%, mentre quelli del 10% e del 25% più povero rispettivamente del 18,5% e del 18,2%. Ovvero, i redditi dei meno abbienti sono cresciuti di più di quelli dei più abbienti.
Naturalmente la differenza in valore assoluto è sempre molto elevata: le famiglie del nono decile hanno dichiarato due anni fa entrate per 64.350 euro, ovvero 5,03 volte più alte di quelle del primo (il 10% più povero), che sono state solo di 12.800 euro; questo divario si è tuttavia attenuato nel tempo, perché nel 1993 il rapporto era di 5,79 a 1.
Cambiamenti anche sul fronte delle differenze di reddito intergenerazionali. Secondo la Banca d’Italia i nuclei familiari che hanno la persona di riferimento di età compresa tra i 18 e i 30 anni hanno avuto nel 2022 un reddito netto medio di 32.055 euro all’anno, inferiore del 21,6% a quello delle famiglie dei 51-65enni, quest’ultimo pari a 40.862 euro. Tuttavia, tra 2012 e 2022 i giovani hanno aumentato il proprio reddito del 43%, a fonte di un +9,6% del gruppo dei 51-65enni. Buona parte dell’incremento tra gli under 30 è avvenuto dal 2016 (+36,5%) ed è stato solo in parte scalfito dalla diminuzione avvenuta tra 2020 e 2022, dovuta evidentemente all’impatto del Covid e della fiammata inflazionistica successiva.
Parte di questo incremento è legato all’aumento dell’occupazione tra i giovani sotto i 30-35 anni. Nonostante questo trend positivo, l’effetto della riduzione delle disuguaglianze generazionali è mitigato dal calo demografico: le famiglie con capofamiglia under 30 sono diminuite dal 12,6% nel 1982 al 4% nel 2022, limitando l’impatto complessivo sulla disuguaglianza. L’ incidenza sul benessere generale di questa riduzione della disuguaglianza, in sé certamente positiva, è quindi, per forza di cose, limitata.
Redditi familiari: disuguaglianze in calo negli ultimi venti anni in Italia
23-10-2024