Sale la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane: più derivati, titoli e azioni

Sale la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane
29-05-2025

Negli ultimi anni la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è cresciuta più di quella non finanziaria e, soprattutto, più dell’inflazione. Tra 2019 e 2024, infatti, il patrimonio finanziario complessivo dei cittadini e delle cittadine è aumentata del 26,3%, contro il +16,4% dei prezzi, attestandosi a 5.708 miliardi di euro nel 2024. Stiamo parlando dell’insieme dei conti correnti, dei depositi, della liquidità, ma anche dei titoli, delle azioni, dei derivati e dei fondi che possediamo. 

Il diverso peso di queste componenti nel tempo è però cambiato, e non di poco. Trent’anni fa, nel 1995, conti correnti e contanti rappresentavano quasi il 40% di tutta la ricchezza finanziaria; questa quota è poi scesa tra il 24 e il 30% dal 1998 e al 2009, per poi risalire poco sopra il 30% lo scorso decennio e infine tornare a diminuire al 27,2% – il dato più basso dal 2008 – l’anno scorso. Del resto, il valore dei conti correnti e dei depositi nei 5 anni tra 2019 e 2024 è aumentato solo del 9,8%, cioè molto meno di quanto siano cresciuti tutti gli asset finanziari e l’inflazione.

La ricchezza degli italiani si è insomma diversificata in misura sempre maggiore, in particolare negli ultimi anni. Dal 2023 la fetta più grande è rappresentata dall’equity, ovvero azioni (quotate e non) di società e capitale di rischio, con un ammontare complessivo che l’anno scorso è stato pari a 1.652,6 miliardi di euro, il 55,1% in più rispetto al 2019. All’interno dell’equity stesso, inoltre, la componente più grande, nonché quella che ha visto la crescita maggiore, è stata quella delle azioni non quotate, 806,7 miliardi, più che raddoppiate nei portafogli delle famiglie in 5 anni.

Le famiglie tornano ad apprezzare titoli e obbligazioni 
A crescere sono state anche le azioni di aziende quotate in Borsa: quelle detenute dalle famiglie nel 2024 avevano un valore di 166,7 miliardi, in crescita del 59,8% rispetto al 2019. È una cifra che corrisponde, secondo Banca d’Italia, al 7,6% del Pil italiano, il dato più alto dal 2006, anche se rimangono lontani i livelli precedenti allo scoppio della bolla Dot-com di inizio secolo: nel 2000 i titoli azionari posseduti erano arrivati a valere il 16,6% del prodotto interno lordo.

C’è poi un ancora più forte recupero di interesse per i titoli e le obbligazioni, che nel 2024 hanno raggiunto un valore di 485,3 miliardi di euro, il 73,9% in più rispetto a cinque anni prima. C’entra certamente la crescita della domanda di titoli di Stato italiani, stimolata anche dall’inflazione e dall’aumento dei tassi, tuttavia la quantità di questo tipo di asset nei portafogli delle famiglie risulta inferiore a quella di prima del 2015.

È aumentato più della media anche il valore delle quote di fondi di investimento, 841,1 miliardi, +28,3% in cinque anni, e in questo caso si tratta di un vero e proprio record storico. Lo stesso non si può dire della grossa componente di ricchezza detenuta in polizze assicurative di vario genere: si tratta di 1.097,9 miliardi, che però hanno visto un incremento dal 2019 solo del 3,7%, con le assicurazioni vita (-0,3%) che hanno trascinato il dato verso il basso.

Dato interessante: dal 2022 c’è stato un balzo della voce dei derivati finanziari e delle stock option per i dipendenti; si tratta di cifre ancora relativamente piccole, 10,2 miliardi nel 2024, ma pari a più di dieci volte il valore del 2019.