Studiare fa la differenza per trovare lavoro, soprattutto al Sud e per le donne

Studiare fa la differenza per trovare lavoro
24-07-2024

Conseguire una laurea rappresenta la migliore strategia per ottenere un posto di lavoro. Lo certifica l’Istat, che mette a confronto il tasso di occupazione dei laureati e dei diplomati in Italia nel corso degli anni. Nel tempo la percentuale di occupati sul totale dei cittadini tra i 25 e i 64 anni è cresciuto per entrambi i gruppi, ma nel 2023 tra i primi la quota ha superato dell'11% quella riscontrabile tra i secondi (84,3% contro un 73,3%). Prima del Covid, nel 2018 e 2019, il divario era rispettivamente del 10,3% e del 10,1%. Nella Ue, in media, questa differenza è un po’ più lieve, pari al 9,8%, in virtù della presenza di paesi come la Germania, dove il differenziale è solo del 5,4%.

Il cambiamento intervenuto nel tempo, nello specifico dell’Italia, è più evidente nel caso dei trentenni, di coloro, quindi, che hanno completato gli studi da relativamente poco tempo e stanno costruendosi una carriera. Tra i 30-34enni lo scarto tra il tasso di occupazione dei laureati e quello dei diplomati, infatti, tra il 2018 e il 2023 è passato dall’8,9% all’11%. Il dato più rilevante, però, che ci distingue anche dai Paesi vicini, è come questo divario cambi in base al genere. Nel caso delle donne diventa di ben il 22,9%, il 5% in più che nel 2018. A lavorare, tra le trentenni con una laurea, è ben l’82,9%, mentre tra le coetanee con un diploma è solo il 59,5%; si scende ulteriormente, al 37,7%, tra quelle che si sono fermate alla terza media.

Le donne del Sud si laureano più degli uomini (sia del Sud che del Nord) 
Nel Mezzogiorno, sempre tra le 30-34enni, la differenza tra il tasso di occupazione delle laureate e quello delle diplomate è ancora più marcata, essendo stato pari al 26,6% nel 2023, da un 18,5% nel 2018. Nel Sud e nelle Isole lavora il 68% delle prime e il 41,4% delle seconde. La crescita occupazionale che ha interessato tutto il Paese negli anni post-pandemici ha infatti beneficiato in misura consistente le giovani meridionali con una laurea.
Questo è avvenuto, tra l’altro, in corrispondenza di una crescita della proporzione di laureate tra le donne di questa età, che nel Mezzogiorno sono arrivate al 29%. Certo, è una cifra inferiore a quella che si riscontra, sempre tra le trentenni, al Centro e al Nord, e soprattutto all’estero, visto che nella Ue in media le donne con un titolo universitario a quest’età sono ben il 49,4%. Tuttavia è superiore a quella dei laureati uomini, anche nelle regioni settentrionali. 

Al Nord, infatti, solo il 24,1% dei 30-34enni di sesso maschile nel 2023 aveva un titolo universitario, un dato in calo rispetto a quello pre-Covid. Questo forse dipende anche dal fatto che in quest’area del Paese, quella con più occasioni di lavoro, non sembra esserci per gli uomini un vero vantaggio nel conseguire una laurea, almeno per quanto riguarda la possibilità di ottenere un posto di lavoro: la differenza tra il tasso di occupazione dei laureati (92,6%) e quello dei diplomati (92,4%) è infatti quasi nulla.