VERSO L’UNIFICAZIONE MONETARIA: SERPENTE MONETARIO EUROPEO E SISTEMA MONETARIO EUROPEO

Nell’immagine i Paesi aderenti alla Comunità europea nel 1979, data dell'entrata in funzione dello SME.
13-09-2022

La nuova situazione internazionale rendeva opportuno un passo in avanti verso la creazione di un sistema monetario europeo.
L’inizio del percorso si ebbe con la creazione del “serpente monetario europeo”, accordo stipulato nel 1972, che coinvolse Francia, Germania, Italia, Belgio e Olanda (successivamente Gran Bretagna, Danimarca e Norvegia).
Questo accordo rappresenta la diretta conseguenza della fine della convertibilità del dollaro in oro decisa dal presidente Richard Nixon, che pone termine agli accordi di Bretton Woods ed è considerato il primo passo del percorso che condurrà all'unione monetaria e, infine, all'euro.

Dal “Serpente monetario” al Sistema monetario europeo: 

Il 13 marzo 1979 entrò in vigore il Sistema monetario europeo, detto anche Sme.
L’iniziativa fu di Valéry Giscard d’Estaing per la Francia e di Helmut Schmidt per la Germania, si poneva l’obiettivo di mantenere una banda di oscillazione del 2,25% (per l’Italia ampliata al 6%) ma imponeva interventi a difesa delle valute in difficoltà coinvolgendo, dal 1987 con gli accordi di Basilea- Nyborg, anche le banche centrali nel sostegno reciproco.
Al fine di creare una zona di stabilità monetaria in Europa, vennero approntati vari strumenti, tra cui:
L’istituzione dell’ECU (European Currency Unit), unità di conto comune calcolata come la media ponderata delle valute dei Paesi membri della CEE;
La definizione degli Accordi Europei di Cambio (AEC), attraverso i quali si definiva il cambio delle valute partecipanti in termini di un tasso centrale rispetto all’ECU che veniva poi utilizzato per determinare una griglia di tassi di cambio bilaterali tra le stesse valute;
La centralizzazione, presso il FECoM (Fondo Europeo di Cooperazione Monetaria), del 20% delle riserve auree e del 20% delle riserve in dollari detenute da ciascuna banca centrale in cambio della creazione di conti in ECU. Questa centralizzazione contribuiva all’obiettivo di creare una banca centrale europea per il raggiungimento dell’Unione Economica Monetaria (UEM), che, in seguito, sarebbe stata codificata con la conferenza intergovernativa di Maastricht del 1992 (Trattato di Maastricht).

La crisi del ’92:

Nel 1992 si ebbe l’esplosione di una crisi valutaria (ricordiamo il 16 settembre 1992, denominato “mercoledì nero”) in cui lira e sterlina furono costrette ad uscire dallo Sme a causa di una dura speculazione finanziaria da cui ricavò profitto soprattutto il finanziere George Soros.
Soros vendette lire allo scoperto per un equivalente di più di 10 miliardi di dollari, causò una immediata perdita di valore della lira sul dollaro del 7% che nei giorni seguenti raggiunse la soglia del 30%, guadagnando una cifra stimata attorno agli 1,1 miliardi di dollari.

Il 2 agosto del 1993, per tutte le monete che ancora facevano parte dello Sme, il Consiglio dei ministri finanziari della CEE allargò il margine di fluttuazione dal 2,5% al 15% in più o in meno del tasso centrale di parità,  ponendo, in pratica, le basi per la fine dello Sme, che cessò di esistere il 31 dicembre 1998 con la creazione dell'Unione economica e monetaria dell'Unione europea.  

 


Questo testo fa parte di una serie di articoli (qui si può leggere l'introduzione, la prima parte, la seconda parte, la terza parte, la quarta parte, la quinta parte,  la sesta parte, la settima parte, l’ottava parte, la nona parte, la decima parte, l'undicesima parte , la dodicesima parte, la tredicesima parte, la quattordicesima parte e la quindicesima parte).